Il nuovo Ddl Concorrenza punta sulla pluralità degli operatori per le colonnine elettriche
Con un impianto normativo più snello, composto da soli 9 articoli, si cerca di dare un forte impatto strategico per il futuro della mobilità elettrica. Il nuovo Ddl Concorrenza 2025 interviene per prevenire fenomeni di concentrazione nel mercato della ricarica dei veicoli tramite le colonnine elettriche, assicurando pari accesso agli operatori e tariffe più competitive per l’utenza.
Un mercato in rapida espansione
In sede di approvazione del nuovo disegno di legge Concorrenza 2025, il Governo ha ritenuto necessario intervenire su un settore, quello della mobilità elettrica, che attraversa una fase di forte espansione.
Nonostante i significativi investimenti in corso – sostenuti anche da fondi europei e dal PNRR, ma poi dirottati – il numero di punti di ricarica pubblici presenti in Italia (circa 55.000 a inizio 2024) è ancora lontano dagli obiettivi di lungo termine, che indicano almeno 115.000 punti entro il 2030.
In questo scenario, il rischio concreto è che l’infrastrutturazione venga monopolizzata da pochi operatori, con effetti negativi sia in termini di accesso al mercato per i nuovi soggetti, sia di competitività delle tariffe per gli utenti finali.
Colonnine elettriche nel Ddl Concorrenza 2025: la ratio dell’intervento
La logica sottesa all’intervento normativo trova il proprio fondamento nella necessità di assicurare uno sviluppo sano e sostenibile del mercato della mobilità elettrica, ancora in una fase embrionale ma destinato a divenire centrale nelle politiche energetiche e infrastrutturali dei prossimi anni.
La disciplina proposta con l’articolo 3 del Ddl Concorrenza si propone di scongiurare, fin da subito, la formazione di posizioni dominanti a livello territoriale, che potrebbero compromettere l’effettiva contendibilità del mercato. In un contesto in cui l’infrastrutturazione è affidata, in via prevalente, alla gestione comunale, il legislatore intende introdurre criteri uniformi che orientino l’azione degli enti locali verso un modello di concessione pluralistico e competitivo.
Il rischio che si vuole evitare è quello della concentrazione delle autorizzazioni in capo a pochi operatori, i quali, una volta consolidata la propria posizione sul territorio, potrebbero determinare un’alterazione delle dinamiche concorrenziali, con effetti pregiudizievoli per l’efficienza del servizio e per i costi sostenuti dagli utenti.
La norma introduce pertanto un meccanismo selettivo basato su soglie di concentrazione, stabilendo che, a parità di condizioni progettuali, debba essere favorita la candidatura di soggetti che detengano meno del 40% delle colonnine di ricarica installate o già autorizzate sul territorio comunale.
Questa impostazione risponde a un preciso obiettivo: favorire l’ingresso di operatori alternativi, stimolare l’innovazione tecnologica, mantenere bassi i costi per l’utente finale e, soprattutto, evitare che la transizione verso una mobilità più sostenibile si accompagni a fenomeni di privatizzazione di fatto dell’infrastruttura pubblica.
Colonnine elettriche: con il Ddl Concorrenza 2025 un equilibrio tra autonomia locale e linee guida nazionali
Dal punto di vista tecnico, il Ddl si innesta sulla disciplina già delineata all’articolo 57 del decreto-legge 76/2020 (convertito nella legge 120/2020), che assegna ai Comuni la competenza in materia autorizzativa per le infrastrutture di ricarica. Tuttavia il nuovo impianto rafforza l’obbligo di strutturare le procedure in modo da favorire, “a parità di condizioni”, una reale apertura del mercato, lasciando intendere che ogni amministrazione locale dovrà dotarsi di criteri selettivi coerenti con il principio della concorrenza.
La disposizione intende quindi evitare che l’autonomia comunale, se non opportunamente guidata da regole trasparenti e uniformi, possa tradursi in barriere all’entrata o in assegnazioni poco competitive.
PNRR: 597 milioni di euro dirottati dalla rete di ricarica a nuovi incentivi per auto elettriche
In questo contesto ricordiamo che il Governo ha deciso di rivedere l’allocazione di 597 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), originariamente destinati all’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici. A causa della scarsa partecipazione ai bandi pubblici per le infrastrutture di ricarica, questi fondi saranno ora utilizzati per finanziare un nuovo programma di incentivi volto a promuovere la rottamazione di veicoli a combustione interna e l’acquisto di auto elettriche.
Il nuovo piano prevede contributi fino a 11.000 euro per i cittadini con un ISEE inferiore a 30.000 euro che rottamano la loro vecchia auto per acquistarne una elettrica. Per chi ha un ISEE tra 30.000 e 40.000 euro, l’incentivo scende a 9.000 euro. Le microimprese potranno beneficiare di un contributo pari al 30% del valore del veicolo elettrico acquistato, fino a un massimo di 20.000 euro. Il programma mira a sostituire 39.000 veicoli inquinanti entro il 30 giugno 2026.

