Biometano, in arrivo 10 milioni dall’UE: il progetto

Nuove risorse per investimenti mirati alla realizzazione di impianti di biometano: al via il progetto UE da 10 milioni di euro per nuove tecnologie di produzione.
La ricerca si concentrerà su progetti pilota che mirano a incrementare la produzione di biometano in Europa, contribuendo così all’indipendenza energetica e alla crescita competitiva e sostenibile, creando al tempo stesso posti di lavoro verdi. Tutti i percorsi si spingeranno oltre le tecnologie convenzionali, con un approccio circolare dei materiali, che punta a ridurre i costi complessivi di produzione del biometano e ad aumentare la produzione di biometano.
Ovviamente, particolare attenzione sarà riservata alla valutazione della sostenibilità, cercando di misurarne non solo gli impatti economici ma anche sociali e ambientali.
L’impegno dell’Italia
I fondi UE arrivano dal nuovo progetto europeo Biomethaverse, che vede coinvolti 22 partner dei 9 Stati Membri, tra cui gli italiani ENEA, ISINNOVA (coordinatore), Politecnico di Milano, Gruppo CAP, SIAD e Consorzio Italiano Compostatori in Italia.
Gli obiettivi che si intendono perseguire mirano a:
- aumentare la produzione di biometano (+66%);
- ridurre i costi di produzione (-44%);
- evitare l’emissione in atmosfera di gas a effetto serra (-113 milioni di tonnellate di CO2 equivalente);
- creare nuovi posti di lavoro (circa 300mila) in Europa entro il 2030.
Lo scopo principale, propedeutico al raggiungimento degli altri goals, è stato spiegato in una nota ENEA, rimane comunque la realizzazione di impianti dimostrativi per la produzione di biometano, prima di tutto con la diversificazione della base tecnologica e l’aumento dell’efficienza produttiva, passando ovviamente per l’abbattimento dei costi.
Il progetto
Nei quattro anni e mezzo previsti, il progetto Biomethaverse dovrà dimostrare cinque vie innovative di conversione a biometano in altrettanti Paesi europei (Francia, Grecia, Svezia, Ucraina e Italia presso l’impianto di CAP Holding, in provincia di Milano), sotto il coordinamento della European Biogas Association.
In dettaglio, in quattro dimostratori di Biomethaverse il biogas o il syngas verranno combinati con idrogeno rinnovabile, mentre nel quinto caso, sarà utilizzata direttamente elettricità rinnovabile per aumentare la resa complessiva di biometano prodotto da microorganismi. Le nuove tecnologie (come la conversione termochimica, elettro-biochimica e biologica) saranno testate singolarmente o combinate e implementate in quattro impianti già operativi che utilizzano la digestione anaerobica e in un impianto dimostrativo che utilizza, invece, la gassificazione.
Ad oggi il biometano viene prodotto “ripulendo” (upgrading) il biogas ottenuto dalla fermentazione biologica in ambiente anaerobico di biomasse come rifiuti organici, sottoprodotti agricoli o dell’industria alimentare. La CO2 co-prodotta durante il processo di conversione della biomassa viene separata dal biometano per aumentarne la concentrazione e ottenere un flusso puro di metano. Ora, grazie al progetto UE, sarà possibile utilizzare la CO2 prodotta assieme a energia elettrica rinnovabile, o a idrogeno verde, per produrre biometano aggiuntivo; in questo modo il processo, chiamato metanazione, sarà in grado di fornire ulteriore capacità di accumulo di energia per fungere da vettore di energia rinnovabile flessibile.
Perché è importante investire in biometano?
Il biometano è un sostituto rinnovabile e sostenibile dal punto di vista ambientale del gas naturale in grado di fornire capacità di accumulo di energia e fungere da vettore di energia rinnovabile flessibile e combustibile. Si tratta, quindi, di un gas a basse emissioni ma molto efficiente.
In quanto tale, il biometano è un potente alleato per contrastare i cambiamenti climatici dato che la sua produzione e il suo utilizzo hanno un’impronta di carbonio totale molto bassa rispetto ai combustibili fossili. Ci sono anche considerazioni non energetiche più ampie da fare, come il riciclaggio dei nutrienti che questo assicura, ma anche la creazione di posti di lavoro che il passaggio al “green” assicurerebbe. Insomma, i costi sono minori, l’economia respira e l’ambiente ringrazia.
Produrre biometano, così come “ripulirlo” (affinché raggiunga standard di buona qualità) costa però ad oggi tanto, troppo per garantire prezzi di produzione accessibili e sostenibili.
Questo è l’ostacolo principale che con il progetto Biomethaverse si vuole superare, che mira appunto a diversificare la base tecnologica per la produzione di biometano in Europa, ad aumentarne l’efficacia in termini di costi e a incentivare l’adozione delle tecnologie del biometano.