Consumi energetici in aumento: l’analisi Enea

L’Italia è ben lontana dal raggiungere risultati significativi sul fronte della decarbonizzazione. Gli ultimi dati che emergono dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata dall’Enea scattano una fotografia sconfortante del nostro Paese, alle prese con un aumento dei consumi energetici e una permanente forte incidenza delle fonti fossili.
Lo studio esamina i fattori che caratterizzano il sistema energetico nazionale per valutare le tendenze relative alle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia, il cosiddetto “trilemma energetico”. E i risultati raccolti evidenziano un sostanziale dietrofront che potrebbe compromettere il percorso di transizione energetica e il rispetto degli obiettivi a lungo termine ad essa legati.
Consumi energetici in aumento
Secondo i dati Enea, nel 2018 si è registrato un aumento dei consumi di energia dell’1% rispetto all’anno precedente per un totale di 171,5 Mtep. Nel corso degli ultimi quattro anni si è dunque consolidata una tendenza opposta a quella registrata nel lungo e costante periodo di riduzione dei consumi iniziato già prima della crisi economica.
Nel 2018 l’aumento della domanda di energia è risultato in linea con la crescita dell’economia, dunque l’intensità energetica del PIL è rimasta sostanzialmente invariata, confermando lo stop ai cali degli anni precedenti già emersa nel 2017.
I trasporti pesano negativamente
La crescita dei consumi energetici del 2018, è imputabile fondamentalmente all’aumento dei prodotti petroliferi nel settore trasporti, settore nel quale nel 2018 si segnala il calo del mercato dell’auto e il peggioramento delle emissioni medie specifiche del nuovo immatricolato (114 gCO2/Km, +1,8% sul 2017). In lieve riduzione i consumi del settore industriale, in un anno di progressivo rallentamento della produzione. Sostanzialmente stabili i consumi del settore civile, a fronte di un impulso negativo proveniente dai driver (clima e prezzi dell’energia).
Calo della produzione da fotovoltaico ed eolico
Nella generazione elettrica, in riduzione rispetto al 2017 (-1,8%) nonostante il marginale aumento della domanda, una variazione significativa riguarda il gas naturale, in riduzione di circa 2 Mtep sul 2017 (oltre l’8% in meno) dopo la ripresa dell’ultimo triennio, favorita tuttavia da elementi congiunturali. In aumento invece le rinnovabili elettriche, che hanno prodotto 95 TWh di energia elettrica (+12%), grazie alla ripresa della produzione idroelettrica dai livelli minimi del 2017.
È però per la prima volta in calo la produzione da fonti rinnovabili intermittenti (-1,3 TWh, oltre il 3% in meno sull’anno precedente), soprattutto a causa della minore produzione solare (quasi il 5% in meno).
Obiettivi di decarbonizzazione difficili da raggiungere
“In questo scenario diventa più complesso raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che il paese si è dato. Il problema è che sono ormai quattro anni che i consumi di energia si muovono sostanzialmente in parallelo con la crescita economica, mentre un elemento centrale della decarbonizzazione è rappresentato da un aumento dei consumi energetici molto più contenuto rispetto al PIL”, spiega Francesco Gracceva, l’esperto che coordina l’analisi ENEA.
A rischio il target del 30% rinnovabili al 2030
A conferma di queste criticità relativamente ai consumu energetici è il nuovo peggioramento dell’indice Enea ISPRED (-8% su base annua), che valuta l’andamento del sistema energetico nazionale sulla base di tre elementi-chiave: sicurezza energetica, prezzi ed emissioni di anidride carbonica.
“Il netto peggioramento degli indicatori relativi alle fonti rinnovabili all’interno dell’ISPRED è un segnale del rischio che l’Italia non riesca a raggiungere il target del 30% di rinnovabili al 2030; e lo stesso rischio riguarda gli obiettivi di riduzione delle emissioni”, conclude Gracceva.
In aumento i prezzi dell’energia
Sul fronte prezzi, l’energia nel 2018 ha registrato significativi aumenti medi al dettaglio per effetto delle dinamiche sui mercati internazionali; in particolare, i prezzi dell’elettricità per i clienti domestici hanno toccato nel 2018 i massimi dell’ultimo decennio, mentre per le utenze industriali piccole e medie i prezzi sono risultati tra i più elevati dell’Ue.
Ha fatto eccezione la grande industria che ha beneficiato dell’introduzione degli sgravi per i consumatori energivori. A partire dalla fine del 2018, tuttavia, si è verificato un progressivo drastico calo dei prezzi all’ingrosso che ha iniziato a produrre effetti positivi sui consumatori nel 2019.
Fra i segnali che destano preoccupazione anche il crescente disavanzo commerciale del nostro Paese nelle tecnologie collegate alla transizione energetica. In particolare, il disavanzo per la mobilità low carbon ha raggiunto la cifra di 1,2 miliardi di euro (periodo gennaio-novembre 2018), sostanzialmente per l’acquisto di veicoli ibridi.