Torre di Pisa: altri 300 anni di nuova vita
Un intervento che ”ha salvato la torre di Pisa, senza nemmeno toccarla”, gli ha assicurato ”almeno trecento anni di nuova vita ed un ridimensionamento della pendenza pari al 10%” . E’ quanto affermato da Salvatore Settis, responsabile del monitoraggio post restauro della torre, a proposito dell’intervento di stabilizzazione presentato lo scorso 7 giugno a Palazzo Corsini a Roma, sede dell’Accademia dei Lincei, in occasione della pubblicazione dei tre volumi (”La torre restituita”) che tracciano la storia del salvataggio iniziato il 7 gennaio del ’90 con la chiusura al pubblico, dopo lo choc provocato dal crollo a Pavia della torre civica che si era sgretolata l’anno prima, uccidendo quattro persone.
”Gli esperti capirono che anche il campanile pisano, simile per architettura e caratteristiche del terreno, poteva subire la stessa sorte”, ricorda Pierfrancesco Pacini, presidente della Primaziale Pisana (istituzione che sovrintende ai lavori in Piazza del Duomo). Un pericolo che metteva a rischio uno dei monumenti più celebri del mondo: da una parte si temeva per il collasso strutturale, causato dall’aumento incontrollato della pendenza, dall’altro c’era il rischio del ribaltamento che sebbene monitorato, doveva a un certo punto essere contrastato”.
La fondazione del Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa fu il primo passo per mettere in cantiere una delle sfide di ingegneria geotecnica più appassionanti di tutti i tempi. Il progetto di stabilizzazione è stato guidato dall’ingegnere Michele Jamiolkowsky, presidente del Comitato e artefice dell’avventura: ”Tra noi si valutarono le possibili metodologie di intervento e si scelse di procedere con la soluzione della sottoescavazione. Una tecnica che ha previsto la rimozione della terra da sotto le fondamenta della torre, sul lato nord, la parte contraria alla pendenza. In modo da permettere che l’inclinazione diminuisse”, spiega l’ingegnere.
Nei cinque anni che hanno visto il cantiere aperto in Piazza dei Miracoli ”si è riusciti a portare la pendenza al livello di quella del 1838: con una riduzione di 40 centimetri rispetto a quella riscontrata a inizio lavori”. Lo strapiombo nel ’90 misurava infatti 4 metri e 50 centimetri e, solo negli ultimi 60 anni, sulla torre sono saliti 18 milioni di turisti.
”Un salvataggio che -spiega ancora Jamiolkowsky- dovrebbe mettere al riparo la torre per 300 anni, senza aver minimamente alterato la bellezza della struttura in marmo e le sette campane poste in cima”. Dopo 4359 giorni di lavori, il 15 dicembre del 2001, i visitatori di una delle zone più note del mondo hanno potuto ricominciare a salire i 300 gradini della torre. Un risultato che – conclude Settis – dimostra ancora una volta come la cultura italiana della conservazione sia sempre la migliore al mondo.

