Edilizia

Testo Unico delle Costruzioni: dare priorità al costruito secondo i principi della sostenibilità

I tre Consigli nazionali lavorano su indicazioni pratiche tramite la piattaforma predisposta indirizzata al Ministero delle Infrastrutture
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Testo Unico delle Costruzioni: dare priorità al costruito secondo i principi della sostenibilità

Una serie di proposte utili e concrete volte all’elaborazione di un nuovo Testo Unico delle Costruzioni. È quanto hanno proposto il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori e il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.

Il contributo dei professionisti arriva in seguito alla consultazione indetta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, come anticipato nel corso della quarta riunione del Tavolo Piano Casa. L’obiettivo è acquisire idee, spunti e suggerimenti per “il riordino e la semplificazione della disciplina in materia di edilizia e costruzioni”. Proprio a questo scopo il Ministero ha predisposto un’apposita piattaforma per l’inserimento dei suddetti contributi. Il lavoro dei Consigli coinvolti sarà condensato in un documento di sintesi.

Nuovo Testo Unico delle Costruzioni: le proposte dei professionisti

Nel frattempo, CNI, Architetti e Geometri hanno elaborato una serie di punti da cui parte la riflessione. Il primo riguarda il riordino e la revisione delle tipologie di intervento edilizio. In un comunicato congiunto, si legge che “la declinazione delle categorie di intervento deve dare priorità all’attenzione nei confronti del costruito, nel quadro dei principi della sostenibilità. Segue la razionalizzazione dei titoli abilitativi relativi a ciascuna delle tipologie di intervento edilizio, che dovrà basarsi sulla riduzione dei titoli edilizi”.

Altra questione, la definizione delle diverse tipologie di difformità. Il fine ultimo e sovrano deve essere la massima semplificazione e chiarezza interpretativa, che può essere raggiunta con due sole tipologie ben demarcate: la parziale difformità e la totale difformità.

Difformità e norme di principio nel Nuovo Testo Unico delle Costruzioni

I professionisti tecnici sono convinti che, così come per i Titoli Edilizi, le difformità dovranno assurgere a norme di principio, uniche e valide in tutta Italia. Per quanto concerne lo stato legittimo immobiliare e i relativi titoli legittimanti, esso deve espressamente prevedere, oltre ai titoli rilasciati, quelli divenuti efficaci anche in assenza di una diretta verifica degli uffici comunali. Il tutto a condizione che siano maturate le condizioni di cui all’articolo 21-novies della L. 241/1990.

Altro punto da sottolineare, quello relativo alle Norme Tecniche delle Costruzioni. Ingegneri, geometri e architetti ricordano che il DPR 380/2001 fu promulgato anteriormente all’emanazione delle NTC 2018. Per questo il TUE deve recepire i principi generali, i criteri di pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione delle opere strutturali.

Costruzioni e livello di affidabilità

Sempre in tale ambito, focus sull’introduzione della definizione del livello di affidabilità di una costruzione in relazione al livello di rischio. Occorre semplificare le pratiche strutturali, passando alla digitalizzazione e a modelli procedurali standard. Sempre a proposito di digitalizzazione delle procedure, per i professionisti è indispensabile la costituzione dello Sportello unico comunale come “misura essenziale per lo snellimento degli iter amministrativi”.

Inoltre, essenziale è l’istituzione dell’anagrafe delle costruzioni per opere pubbliche e private e l’introduzione del fascicolo digitale della costruzione, con la raccolta di tutte le informazioni relative al fabbricato. Altro tema, la responsabilità dei soggetti professionali: la proposta è che il termine di prescrizione per l’esercizio dell’azione di responsabilità professionale debba decorrere dal giorno del compimento della prestazione ed esaurirsi nei 10 anni successivi.

La sostenibilità degli edifici

Altre proposte riguardano la sostenibilità delle costruzioni. In questo caso, la nuova normativa edilizia deve prevedere il rispetto di criteri legati all’impatto ambientale e alla gestione delle risorse. È necessario migliorare le condizioni di benessere e sicurezza delle persone e favorire, con l’allineamento delle politiche fiscali, la ristrutturazione e il riutilizzo adattivo dei fabbricati.

Infine, in tema di rigenerazione urbana, la normativa dovrà far riferimento ad una netta distinzione tra la disciplina della ristrutturazione edilizia e quella ben più complessa della rigenerazione urbana. Qui, l’ambito dovrebbe riguardare programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare a scala urbana e non edilizia, al fine di incidere sui palesi squilibri tra aree centrali e periferiche. “L’auspicio è che venga al più presto definita una nuova normativa con una visione policentrica di prossimità”.

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