Edilizia

Le Linee Guida del Salva Casa sono state pubblicate

Le nuove linee guida del MIT chiariscono alcuni aspetti del DL Salva Casa, ma lasciano ancora molti interrogativi. Il provvedimento semplifica, ma non risolve davvero le criticità del settore
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Le Linee Guida del Salva Casa sono state pubblicate

Le linee Guida del DL Salva Casa e i criteri interpretativi del MIT confermano i dubbi su un provvedimento che appare più un intervento emergenziale che una riforma strutturale. L’assenza di una visione d’insieme rischia di generare ulteriori incertezze applicative.

 Le Linee Guida del DL Salva Casa, dal MIT chiarimenti, ma ancora lacune

Dopo mesi di attese e faq pubblicate, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha reso pubbliche le linee di indirizzo e i criteri interpretativi per l’attuazione del DL 69/2024 (Salva Casa), convertito con modificazioni nella Legge 105/2024.

Il documento, articolato in 42 pagine – vedi allegato- offre chiarimenti su quattro aree di intervento chiave: stato legittimo degli immobili, mutamento della destinazione d’uso, regolarizzazione delle difformità edilizie e adeguamento degli standard urbanistici.

Se da un lato il testo fornisce un utile supporto per enti e operatori del settore, dall’altro emerge con evidenza la mancanza di una strategia complessiva che riformi organicamente il Testo Unico dell’Edilizia (TUE). L’esecutivo, ancora una volta, sceglie la strada dell’intervento mirato e settoriale, evitando di affrontare i nodi strutturali della normativa edilizia.

Un rischio di frammentazione normativa

L’approccio adottato dal Governo suscita più di una perplessità, sia sotto il profilo giuridico che sotto quello operativo. Il MIT sottolinea che le disposizioni del decreto sono auto-applicative e non richiedono ulteriori atti di attuazione da parte dello Stato, lasciando però spazio a normative regionali di dettaglio.

Questa scelta, pur coerente con il principio di autonomia legislativa locale, rischia di amplificare il quadro di frammentazione normativa già esistente, creando incertezza tra professionisti, amministratori e cittadini.

Inoltre, la sanatoria delle difformità edilizie, seppur limitata a casistiche specifiche, potrebbe favorire un pericoloso precedente, incentivando l’idea che le irregolarità possano essere sanate con successivi interventi legislativi anziché prevenute con controlli e strumenti urbanistici adeguati.

Una riforma mancata per il settore edilizio

In definitiva, il DL Salva Casa appare come l’ennesimo provvedimento adottato con logica emergenziale, privo di quella riforma strutturale che il settore edilizio richiede da tempo. Più che un intervento sistematico sul d.P.R. 380/2001, il decreto si configura come una misura tampone che affronta singoli problemi senza una visione di lungo periodo.

Una scelta politica che solleva legittimi interrogativi sulla capacità dell’esecutivo di promuovere un’edilizia moderna, sicura e sostenibile, capace di coniugare semplificazione normativa e tutela del territorio.

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