Edilizia

Limiti al subappalto, Anac chiede di eliminarli

Rimuovere il limite del 30% ristabilendo una soglia di responsabilità del subappaltatore verso la stazione appaltante e migliorare i controlli con la digitalizzazione
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Limiti al subappalto, Anac chiede di eliminarli

Rimodulare i limiti al subappalto introducendo un meccanismo che apra maggiormente al mercato senza inficiarlo. La proposta arriva dal Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Giuseppe Busia durante un’audizione nelle Commissioni Ambiente e Politiche Europee della Camera.

Eliminare i limiti al subappalto del 30-40%

Secondo Busia è necessario eliminare il limite generale del 30-40% per il subappalto, come richiesto dalla Commissione europea e dalla Corte di giustizia Ue. Ricordiamo infatti che con sentenza dello scorso 26 settembre la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha evidenziato la non conformità al diritto comunitario della norma nazionale che prevede un limite quantitativo al subappalto. Norma concepita per prevenire rischi di infiltrazione criminale.

Ristabilire una ‘soglia di responsabilità’

Tuttavia, per l’Autorità anticorruzione sarebbe un grande sbaglio consentire subaffidamenti al 100%. “La regola generale cui attenersi- osserva Busia- dovrebbe essere quella del subappalto di una porzione e non dell’intera commessa”.

In termini operativi si potrebbe immaginare un intervento legislativo che al superamento di una soglia predeterminata di subappalto attribuisca al subappaltatore una responsabilità diretta verso la stazione appaltante, analoga a quella di un mandante in RTI. In questo modo si avrebbe una garanzia in più nei confronti della stazione appaltante e si disincentiverebbe a comportamenti volutamente elusivi della responsabilità.

Limiti al subappalto motivati

Per il presidente Anac il legislatore potrebbe anche valutare di richiedere alla stazione appaltante l’obbligo di motivare adeguatamente un eventuale limite al subappalto in relazione allo specifico contesto di gara. Evitando di restringere ingiustificatamente la concorrenza.

Ridefinire i controlli sui subappaltatori

Al fine di bilanciare la maggiore libertà di subappalto con le esigenze di trasparenza e di garanzia di affidabilità, Busia propone di reintrodurre l’obbligo di indicare i subappaltatori già in fase di gara (in numero facoltativo fino a tre a discrezione dell’operatore economico). Consentendo alla stazione appaltante di conoscere preventivamente i soggetti incaricati e di agevolarne le verifiche. Ferma restando la necessità di autorizzazione al subappalto di cui all’art. 105, comma 4, del Codice.

Aumentare e migliorare i controlli con la digitalizzazione

Secondo Busia la difficoltà principale per le stazioni appaltanti sta nell’effettuare i controlli sui requisiti posseduti dalle imprese che partecipano alla gara. È necessario, pertanto, valorizzare il ruolo delle stazioni appaltanti, migliorandone la qualità, prevedendo un piano straordinario di assunzioni di personale ad elevata competenza e con un deciso rilancio dell’utilizzo delle tecnologie informatiche e della digitalizzazione. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale migliorare e/o potenziare l’applicazione della digitalizzazione alle procedure di gara. In un’ottica di semplificazione e riduzione degli oneri a carico degli operatori economici.

“L’obiettivo, permesso anche dalla digitalizzazione delle procedure– conclude Busia- è quello di raccogliere tutte le informazioni sugli operatori economici, subappaltatori inclusi, acquisiti tramite AVCPass/BDOE e BDNCP per creare un fascicolo virtuale degli operatori economici”.

I costruttori chiedono l’istituzione di un tavolo sul subappalto

Alla presa di posizione dell’Anac si aggiungono le critiche dell’Ance all’attuale normativa che regola il subappalto.

“Il subappalto è ormai vittima di una visione asfittica e priva di strategia, con gravi ripercussioni economiche e sociali – denuncia il Presidente Ance, Gabriele Buia. Le norme sono peraltro in netto contrasto con la disciplina europea tant’è che ci sono già due sentenze che mettono in mora l’Italia sul subappalto a cui però nessuno finora ha dato seguito. Come se il nostro senso di appartenenza all’Europa fosse a fasi alterne, solo quando ci fa comodo”.

Il risultato “è che ormai ogni stazione appaltante decide in modo diverso, chi invoca la disciplina europea chi applica le previsioni italiane, ben più restrittive. Creando così il caos assoluto”. E a farne le spese sono soprattutto gli operatori economici “che non riescono più a comprendere come organizzare la propria azienda”.

Per Buia “è arrivato dunque il momento che il Mit mantenga gli impegni assunti e che convochi al più presto un tavolo sul subappalto per definire un nuovo quadro normativo solido, trasparente ed efficiente che contribuisca all’avvio dei cantieri”.

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