Edilizia e costruzioni, sarà un 2024 difficile
Lo scenario 2024 per il mondo di edilizia e costruzioni a livello europeo? Si prospettano tempi cupi, dopo un 2022 che ha fatto sperare bene e un 2023 che ha tenuto. Tra i fattori che stanno contribuendo ad un rallentamento della crescita del mercato, l’aumento dei tassi di interesse e dei prezzi delle costruzioni, l’inflazione elevata, la perdita di potere d’acquisto delle famiglie, la crescita economica più debole, la stretta del bilancio pubblico.
È questo, in estrema sintesi, il risultato dei dati presentati a Dublino nel corso della 29esima conferenza di Euroconstruct. Si tratta della sessione di confronto e analisi invernale della rete europea specializzata in analisi e previsioni del mercato delle costruzioni che riunisce 19 centri studio di altrettanti Paesi continentali (a rappresentare l’Italia è il Cresme).
Edilizia e costruzioni nel 2024: i numeri della crisi
Un settore in sofferenza, dunque. L’edilizia non residenziale ristagnerà per tutto il 2024, per poi riprendere a crescere. Quella residenziale, invece, perderà buona parte del suo volume di mercato e negli anni successivi crescerà solo a un ritmo modesto. Entro il 2025, il numero di costruzioni edilizie dovrebbe scendere al livello più basso dal 2016.
Altro capitolo, le ristrutturazioni edilizie. Dai dati forniti dal gruppo Euroconstruct, emerge che dopo il buon trend degli ultimi due anni, nel 2024 si registrerà una brusca frenata. Segno positivo, invece, per l’ingegneria civile, che si dimostrerà più resiliente del settore edilizio. Revisioni al rialzo delle previsioni si osservano soprattutto nel settore energetico e, in misura minore, in quello delle costruzioni stradali. La crescita di questo settore è dovuta all’urgente necessità di agire in relazione alle reti di trasporto e alla produzione e distribuzione di energia, dato l’attuale clima socioeconomico e politico.
Ingegneria civile “isola felice”
Se da un lato cresce l’ingegneria civile, dall’altro l’edilizia residenziale andrà incontro ad un brusco rallentamento. Questo rallentamento sarà più pronunciato in Svezia, Italia, Finlandia e Ungheria. Tuttavia, anche i paesi con mercati residenziali più grandi come Regno Unito, Germania e Francia si trovano ad affrontare perdite considerevoli. Le valutazioni sulle conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse e della guerra in Ucraina hanno sempre più frenato le possibilità di crescita del settore.
Un trend negativo che ha avuto iniziato nella seconda metà del 2023, con i tassi di variazione scesi sempre più giù. Gli esperti internazionali hanno previsto un calo dell’1,7% per il 2023. Con un ulteriore peggioramento nel 2024. Ma non tutto è perduto: la rete prevede una crescita moderata di circa l’1,5% ogni anno nel 2025 e nel 2026.

