Il Dl Semplificazioni sta suscitando notevoli polemiche in merito alle modifiche previste per il
Codice dei Contratti e sul sistema degli appalti. Sul banco degli imputati, alcune misure che, se introdotte, sarebbero “un passo indietro” per il mondo delle costruzioni, stando alle associazioni di filiera. Nell’occhio del ciclone della
Bozza del Decreto legge, la
possibilità di affidamento diretto per lavori di importo inferiore a 150.000 euro e per servizi e forniture. Compresi i servizi di ingegneria e architettura e l’attività di progettazione, per un importo inferiore a 139.000 euro.
L’articolo 33 della bozza interviene inoltre in
materia di subappalto, eliminando la soglia del 40%. Previste anche semplificazioni per quanto concerne l’affidamento dei contratti pubblici nell’ambito del Recovery Plan. Nello specifico,
l’articolo 29 (coma 3) reintroduce l’aggiudicazione sulla base del criterio del prezzo più basso.
Ma nella cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi e propedeutica al voto definitivo sul Dl Semplificazioni atteso per oggi 28 maggio, la discussione sulla bozza ha visto saltar le misure relative al massimo ribasso. Compaiono invece le norme taglia tempi per le autorizzazioni ambientali e per velocizzare i cantieri. Le deroghe per gli appalti già previste e in vigore vengono prorogate fino a giugno 2023 (non più fino al 2026). Mentre sul subappalto il confronto è ancora ai massimi livelli.
Ecco quali sono state le perplessità espresse in questi giorni da diverse componenti del mondo delle professioni e delle costruzioni sulla bozza del Dl Semplificazioni.
Dl Semplificazioni e Codice Appalti: le criticità secondo Finco
“Codice degli Appalti, così non va”. La reazione di
Finco, Federazione industrie e costruzioni, è piuttosto contrariata. Definite “letali” le misure previste nella bozza del Dl Semplificazioni. Tra queste, l’
eliminazione delle percentuali massime di subappalto anche in caso di lavorazioni super specialistiche e il potenziamento del criterio del massimo ribasso. Oltre all’innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti di servizi e forniture. Secondo
Carla Tomasi, presidente Finco,
“Chi propone simili soluzioni ha una visione della qualità delle opere e della qualificazione di impresa assai distante dalla nostra”. E ancora:
“Se si cede al concetto del ‘Contraente generale’ che distribuisce a suo piacimento i lavori ai subappaltatori con ribassi inaccettabili, l’esito non potrà essere che catastrofico”.
Massimo ribasso e qualità delle opere
È proprio il
massimo ribasso a creare le maggiori criticità. Ne va della qualità delle opere da realizzare, con conseguente danno per tutta la collettività. Secondo Carla Tomasi “Lo Stato non ha la forza di ristrutturare e qualificare le stazioni appaltanti”. Allo stesso tempo, “risolve il problema affidando gli appalti ad imprese operanti con massimo ribasso, procedure di affidamento poco trasparenti e subappalto senza regole”. Le conseguenze?
“La qualità delle opere, la sicurezza degli operatori, la qualificazione delle imprese stesse sarà destinata ad un inevitabile collasso. Sono queste le modalità di ricostruzione alle quali tutta la nazione aspira”, conclude la presidente di Finco
.
Paese indietro di 20 anni secondo Assistal
Lasciare la vecchia via per intraprenderne una nuova ed oscura, rappresenta un grosso rischio. Potrebbe essere sintetizzata così la posizione di
Angelo Carlini, presidente ASSISTAL, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica. “Le regole vigenti rappresentano un punto di equilibrio – dice Carlini -. Sbarazzarsene non ha alcun legame con le necessità di ripresa e ripartenza della nostra economia”. Focus, poi, sulla paventata
sospensione del Codice dei Contratti, che provocherebbe “
una paralisi dovuta ai vuoti normativi su quelle materie non disciplinate dalle regole comunitarie. Inoltre, l’
eliminazione di soglie nel subappalto e l’introduzione del massimo ribasso riporterebbero il Paese indietro di venti anni”. Bisogna, quindi, “migliorare il Codice con interventi specifici. L’obiettivo è favorire la ripresa con regole chiare”, tutelando “le imprese, le stazioni committenti e la PA da infiltrazioni criminali”.
Dl Semplificazioni e Codice Appalti: la posizione dei sindacati
Anche i sindacati di categoria intervengono sulla questione. Il reggente della
Filca Cisl Piemonte,
Ottavio De Luca, sottolinea: “Ci preoccupa la
liberalizzazione dell’utilizzo senza limiti dei subappalti, che rischia di innescare un sistema perverso se non gestito e governato adeguatamente. È per questo che
proponiamo la qualificazione delle stazioni appaltanti, la riqualificazione delle imprese di costruzioni e delle maestranze e l’attuazione della Patente a Punti. Uno strumento indispensabile per qualificare il mercato e tutelare i lavoratori, previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza ma rimasto lettera morta”. Inoltre, “Le oltre trentamila stazioni appaltanti andrebbero, sfoltite e qualificate”. Critiche anche sulle
aggiudicazioni sulla base del criterio del prezzo più basso. Elemento “pericolosissimo”: “Significa
deresponsabilizzare le stazioni appaltanti e incentivare le imprese a risparmiare sui costi con accordi collusivi, perizie suppletive e varianti d’opera”.