Edilizia

La Direttiva Ue Casa green va verso un compromesso?

La Direttiva Ue sulla ristrutturazione “energetica” delle case preoccupa molti Stati europei: nel mirino anche il 15% degli edifici italiani ad alto consumo energetico
Condividi
La Direttiva Ue Casa green va verso un compromesso?

In merito alla Direttiva Casa green, oggi la commissione Industria dell’Europarlamento voterà la sua proposta di direttiva sulla performance energetica degli edifici, che prevede il ricalcolo delle classi energetiche, con classe D al 2033 per gli alloggi residenziali. Il testo ha subito degli “aggiustamenti”, a causa delle numerose polemiche sollevate principalmente da alcuni Stati Membri, tra cui l’Italia.

Cronaca di una Direttiva “indebolita”

La proposta originaria della Direttiva Epbd, avanzata dalla Commissione Ue nel lontano dicembre,  è ritornata in auge alla luce dell’imminente discussione presso le sedi europee. Infatti, a causa delle numerose polemiche sollevate principalmente da alcuni Stati, tra cui l’Italia, la proposta originaria potrebbe risultare molto diversa alla fine dei negoziati con l’Eurocamera alla luce degli oltre mille emendamenti presentati.

Prezzi delle materie prime alle stelle, scarsa disponibilità di manodopera qualificata e soprattutto, carenza di fondi governativi da destinare, hanno portato molti Paesi membri a chiedere alla Commissione europea di valutare l’inserimento di alcune deroghe ai target fissati dalla direttiva Epbd, con una revisione degli standard minimi da raggiungere.

La nuova bozza della Direttiva Casa green

L’idea è quella di partire dagli edifici con peggiori prestazioni energetiche, quindi i primi edifici che dovranno essere coinvolti nel processo di ristrutturazione energetica saranno quelli che rientrano nella classi “G” o “F”. Si partirà prima dagli edifici non residenziali (uffici, hotel) e poi si passerà al residenziale ovvero alle case.

Ecco la proposta:

  • gli edifici non residenziali che hanno il livello di prestazione energetica più scarso “G” dovranno rientrare almeno nella classe superiore “F” entro il primo gennaio 2027 e di classe E entro il primo gennaio 2030.
  • gli edifici residenziali, ci sarà più tempo: si dovrà raggiungere la classe “F” entro il primo gennaio 2030 e la classe “E” entro il primo gennaio 2033.

Anche se gli Stati potranno chiedere alla Commissione europea di valutare, deroghe ai target fissati dalla direttiva Epbd, con una revisione degli standard minimi da raggiungere, tali cccezioni non potranno essere applicate fino a un massimo del 22% degli immobili e non potranno andare oltre la scadenza del 1° gennaio del 2037.

Tra le altre novità previste nella nuova bozza segnaliamo regole meno stringenti per i luoghi di culto (chiese, moscheee) e le strutture temporanee (uffici di cantiere,  stabilimenti balneari).

Resterebbero esenti dai nuovi obblighi:

  • edifici storici;
  • immobili collocati in aree vincolate o protette;
  • unità residenziali utilizzate per meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo standard.

La Direttiva Casa green divide l’Europa in 4 target

Le modifiche apportate dall’Europarlamento, secondo quanto riportato da Cuffe, relatore per l’Europarlamento sulla nuova direttiva, parlando alla stampa, “lasciano ampia flessibilità agli Stati per i loro Piani nazionali di ristrutturazione, contribuiranno a creare lavoro e a mettere a disposizione dei cittadini europei case che consumano meno energia migliorando la qualità della loro vita“. Ha precisato che, “dividiamo l’Europa in 4 aree con 4 target di efficienza diversi, particolarmente interessante per Stati come l’Italia, e inoltre i target sono proporzionati perché chiediamo” di ricalcolare le classi energetiche “mettendo nella G il 15% degli edifici più energivori, e questo vale anche per la Finlandia, cioè per chi ha performance energetiche degli edifici molto alte: insomma la distribuzione dello sforzo tra gli Stati è proporzionata”.

La roadmap delle scadenze

Bruxelles intende però avere un calendario preciso. Per questo motivo chiede agli Stati membri di stabilire una roadmap con specifiche scadenze per raggiungere classi di rendimento energetico. Nelle tabelle di marcia si dovranno indicare:

  • il percorso per eliminare gradualmente i combustibili fossili;
  • il percorso per trasformare il parco edilizio nazionale in edifici a zero emissioni entro il 2050.

Verso l’abolizione delle caldaie obsolete

Ambientalisti e imprese, in occasione della imminente discussione della Direttiva casa green, accendono i riflettori sui sistemi di riscaldamento delle case, avanzando la proposta rivolta all’Unione europea di effettuare concreti interventi legislativi volti ad eliminare misure a sostegno dei sistemi tradizionali per spingere le famiglie a fare altri lavori, oltre a quelli che a livello comunitario si vorrebbero per rifare infissi e cappotti termici isolanti. Questo è quanto chiesto dall’ European Environmental Bureau (Eeb), che rappresenta una rete di organizzazioni ambientaliste che raggruppa 180 sigle di 38 Paesi europei.

Se la Commissione europea vuole case più sostenibili, lo European Environmental Bureau chiede interventi mirati per i sistemi di riscaldamento: sostituire il metano per far posto alle nuove fonti e tecnologie. Una scelta che creerebbe anche un volano per l’industria che aumenterebbe la produzione di caldaie di ultima generazione.

Condividi

Potrebbero interessarti

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Nuovo Codice appalti

Un vero e proprio cambio di paradigma, mirato a ristabilire un equilibrio tra la necessità di velocizzare le procedure di appalto e...

Bed & Breakfast: norme e regole

I 35mila Bed & Breakfast d’Italia sono classificati come strutture alberghiere e paralberghiere, extralberghiere o a carattere saltuario