Edilizia

Costruzioni, il Superbonus 110% vale 2,4 miliardi di euro nel 2021

Rapporto Cresme: pandemia e incentivi fiscali hanno rallentato il valore della produzione nel settore dell’edilizia
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Costruzioni, il Superbonus 110% vale 2,4 miliardi di euro nel 2021
Nel 2020 il valore della produzione nelle costruzioni diminuirà del 7,4%. In particolare, per l’attività di manutenzione straordinaria, si prevede una contrazione del 10,4%, superiore a quella delle nuove costruzioni (-7,4%). Una flessione dovuta alla crisi pandemica ma anche all’avvento sul mercato del Superbonus 110%. Molte attività di manutenzione straordinaria, infatti, sono state rimandate, in attesa del pieno avvio del percorso attuativo che prelude all’operatività del nuovo incentivo. In ogni caso, il Superbonus nel 2021 varrebbe ben 2.412 milioni di euro. È quanto emerge dal rapporto del Cresme, in collaborazione con la Camera dei Deputati, “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”.

L’impatto del Superbonus 110%

Il rapporto dedica un ampio approfondimento sull’impatto potenziale del “Superbonus 110%”. Da una prima stima, nell’ipotesi del mantenimento della norma attualmente vigente, gli importi aggiuntivi varrebbero 2.421 milioni di euro, tutti nel 2021. Se invece il prolungamento dei benefici fosse esteso a tutto il 2022, ecco ben 8.069 milioni di euro, dei quali 1.614 nel 2021 e 6.455 nel 2022. Stiamo parlando di un patrimonio immobiliare pari a 6 milioni di edifici, nei quali vi sono 19 milioni di abitazioni (stima Cresme). E proprio in base ai risultati dello studio Cresme relativo alla riduzione del rischio sismico, è stato determinato l’universo potenziale dei lavori in 1.011 miliardi di euro. Gli interventi in ambito di efficienza energetica, invece, assommano a quasi 600 miliardi di euro. Nel complesso, per le due finalità dei lavori, l’universo potenziale degli interventi raggiunge i 1.607 miliardi di euro.

I dati di Ance e CNA

Secondo l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori, i potenziali benefici economici del Superbonus “sono pari a 6 miliardi di euro di investimenti nella riqualificazione degli edifici e 21 miliardi di euro di ricadute sull’economia nel 2021”. Il Centro Studi della CNA (Confederazione Nazionale Artigianato) ha realizzato un’indagine a ottobre 2020 sul Superbonus. Interpellate oltre 2 mila imprese della filiera dell’edilizia rappresentative dell’artigianato e delle micro e piccole imprese. Circa l’80% del campione ritiene che il Superbonus 110% possa dare nuovo impulso a tutto il settore. Ben il 64% degli intervistati dichiara che l’attesa dell’operatività del superbonus ha determinato un rallentamento dei lavori negli ultimi mesi. E ancora: il 54,4% delle imprese dichiara che meno del 10% dei potenziali clienti, hanno poi richiesto un preventivo di spesa. Solo il 9,6% delle imprese, infine, sostiene di aver già avviato lavori agevolabili con il superbonus.

Gli incentivi fiscali

Dalle stime elaborate dal Cresme, emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato, dal 1998 al 2020, oltre 21 milioni di interventi. In 22 anni le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a oltre 346 miliardi di euro. Interessante il dato del 2019, con un volume di investimenti pari a 28.762 milioni di euro. Risorse veicolate dagli incentivi fiscali per il recupero edilizio, la riqualificazione energetica, la riduzione del rischio sismico e la riqualificazione delle facciate. Nel 2020, a causa della pandemia, la previsione sui primi nove mesi dell’anno porta a stimare il valore in 25.105 milioni di euro (-12,7% rispetto al 2019). In generale, la flessione è durata da aprile ad agosto. I picchi di riduzione rispetto allo stesso periodo del 2019 sono stati raggiunti a maggio (-57,9%) e giugno (-42,6%). A settembre l’attività è tornata crescere del 6,5%.

La distribuzione geografica

Da un punto di vista geografico, le regioni che fanno più ricorso agli incentivi sono quelle del Nord-ovest. Qui si concentra il 38% degli importi in detrazione per il recupero edilizio e il 42% degli interventi finalizzati alla riqualificazione energetica. Nel Nord-est, invece, ecco il 28% degli interventi di recupero edilizio e il 33% di quelli sulla riqualificazione energetica. Si conferma, purtroppo, il ritardo del Meridione e delle Isole. Altra informazione interessante, la distribuzione tra recupero edilizio e riqualificazione energetica. Il Cresme sottolinea che nel biennio 2018-2019 sono stati portati in detrazione per il recupero edilizio (periodo 2017/18) ben 12,7 miliardi di euro. L’incremento rispetto ai lavori del 2016-2017 (detrazioni fiscali riferite al 2017/2018) è stato del 12,1%. Per quanto riguarda la riqualificazione energetica sono stati portati in detrazione 3,2 miliardi di euro, contro i circa 2,8 del biennio precedente, con un incremento del 14%.

L’occupazione

Le stime degli investimenti attivati attraverso gli incentivi nel periodo 2011-2020 hanno generato ben 2.549.585 di occupati diretti, corrispondenti a una media annua di 254.959 nuovi posti di lavoro. Considerando anche l’indotto delle costruzioni, annualmente il mercato degli incentivi ha dato lavoro a 382.438 persone. Tra il secondo trimestre 2008 e lo stesso periodo del 2020, l’intera economia registra un numero invariato di occupati. Stride il dato dell’edilizia, con un -599.000 di occupati. “Va però segnalato che proprio nel 2020, nel pieno della crisi pandemica, le costruzioni hanno registrato timidi segni di ripresa. Nel primo trimestre del 2020 l’occupazione è cresciuta di 18.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre nel secondo trimestre la crescita è stata di 20.000 unità”.
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