Compliance

Verso la riforma delle direttive appalti, le Raccomandazioni del Parlamento UE

La revisione della disciplina degli appalti dovrebbe rafforzare la tutela delle imprese europee verso la concorrenza extra-UE, incentivando qualità e innovazione
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Verso la riforma delle direttive appalti, le Raccomandazioni del Parlamento UE

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con le Raccomandazioni alla Commissione UE per la riforma delle direttive appalti 2014/24 e 2014/25. Per il Parlamento UE, la riforma della disciplina degli appalti dovrebbe rafforzare la tutela delle imprese europee rispetto alla concorrenza delle imprese extra-UE, contrastare il ricorso al criterio del massimo ribasso e incentivare soluzioni basate su qualità e innovazione, introdurre anche nei servizi di ingegneria l’obbligo di suddivisione degli appalti in lotti, così da favorire la partecipazione delle PMI e ampliare la platea di operatori.

La revisione del quadro dell’UE in materia di appalti pubblici suggerita dal Parlamento nelle sue raccomandazioni è necessaria per stimolare la competitività europea, promuovere un’economia più sostenibile, rafforzare la resilienza, assicurare la certezza giuridica e, nel contempo, digitalizzare le procedure delle varie direttive sugli appalti, ridurre e semplificare le norme, sia per le amministrazioni aggiudicatrici che per gli offerenti, garantire la sicurezza della fornitura di determinate tecnologie, prodotti e servizi essenziali, promuovere posti di lavoro di qualità e fornire servizi ai cittadini, nel rispetto dei contratti collettivi conformemente alle leggi e alle prassi nazionali.

Direttive appalti: tutte le raccomandazioni del Parlamento UE

In sintesi, il Parlamento UE raccomanda di:

  • migliorare la certezza giuridica, anche con la formazione continua delle amministrazioni aggiudicatrici, ridurre gli oneri amministrativi eccessivi per le amministrazioni aggiudicatrici e gli offerenti e aumentare la flessibilità, la libertà di scelta e dell’autonomia per le amministrazioni aggiudicatrici;
  • scoraggiare l’aggiudicazione di appalti pubblici basata esclusivamente sul prezzo più basso e aggiudicare un maggior numero di appalti, in particolare per quanto riguarda i servizi a carattere intellettuale e di ingegneria, sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, valutato non solo in funzione del prezzo, ma anche di fattori come la qualità, l’impatto regionale e sociale e la continuità della prestazione di servizi complessi ed essenziali;
  • combattere la corruzione e accrescere la trasparenza nel ricorso alle procedure negoziate senza previa pubblicazione, rafforzando, in particolare, l’avviso volontario per la trasparenza ex ante, con una giustificazione del ricorso alla procedura negoziata, che illustri le ragioni specifiche alla base del discostamento dai metodi di appalto standard, senza imporre un onere amministrativo eccessivo alle amministrazioni aggiudicatrici;
  • indicare criteri di esclusione nelle procedure di appalto distinti e mirati nei vari settori, con facoltà delle amministrazioni aggiudicatrici di adeguare le procedure di appalto in modo da combattere e contrastare le attività criminali. A questo scopo, introdurre un elenco esaustivo e di una chiara distinzione tra i motivi di esclusione obbligatori, intesi a tutelare l’interesse pubblico, e i motivi di esclusione facoltativi, intesi a tutelare gli interessi delle amministrazioni aggiudicatrici o degli enti aggiudicatori;
  • escludere dalla procedura di appalto pubblico pertinente qualsiasi operatore economico che contravvenga agli obblighi previsti dalla normativa vigente in materia di lavoro e ambiente;
  • consentire alle piccole amministrazioni aggiudicatrici di ricorrere a procedure semplificate, per ovviare alla loro limitata disponibilità di risorse e competenze e di ridurre gli oneri amministrativi superflui, consentendo loro di svolgere i propri compiti in modo più efficiente;
  • introdurre orientamenti uniformi non vincolanti, meccanismi standardizzati di monitoraggio e comunicazione, garanzie procedurali, organismi di vigilanza indipendenti dotati di poteri sufficienti e strumenti di applicazione e conformità efficaci, senza limitare il potere discrezionale delle amministrazioni aggiudicatrici;
  • introdurre nelle procedure di appalto tecnologie avanzate di analisi dei dati e di IA, che permettano di individuare in tempo reale possibili non conformità, irregolarità, frodi, rischi per la sicurezza nazionale e casi di corruzione;
  • valutare la fattibilità di un registro a livello dell’UE delle dichiarazioni di interessi nel settore degli appalti pubblici, che tenga conto del valore degli appalti e consenta di individuare i legami personali o professionali tra le amministrazioni aggiudicatrici e gli aggiudicatari;
  • ridurre in tutti i settori del 25% l’onere per le imprese derivante dagli obblighi di comunicazione previsti dalla legge e ridurlo del 35% per le PMI;
  • garantire che le imprese di Paesi terzi non ottengano un vantaggio indebito nelle procedure di appalto attraverso sovvenzioni statali dirette o indirette, provocando in tal modo distorsioni della concorrenza leale nel mercato interno;
  • escludere dalla partecipazione alle procedure di appalto pubblico condotte all’interno dell’UE gli offerenti di Paesi terzi se il loro Paese di origine non concede, sulla base di un accordo plurilaterale o bilaterale in materia di appalti pubblici firmato con l’UE, un accesso reciproco al mercato per gli offerenti dell’UE;
  • introdurre negli appalti pubblici meccanismi che sostengano la resilienza economica regionale, la creazione di posti di lavoro locali di qualità e la sostenibilità delle economie locali, contribuendo a una distribuzione più equilibrata dell’attività economica tra le zone urbane e non urbane;
  • valutare la raccomandazione, contenuta nella relazione Draghi, di offrire alle amministrazioni aggiudicatrici la possibilità di fissare nell’ambito degli appalti pubblici, ove opportuno e fattibile, una quota minima esplicita per beni selezionati prodotti localmente;
  • realizzare una maggiore flessibilità nei partenariati pubblico-pubblico, e valutare la possibilità di escludere dall’ambito di applicazione delle direttive sugli appalti la cooperazione tra autorità pubbliche (cooperazione pubblico-pubblico);
  • chiarire il carattere vincolante dei requisiti attinenti al diritto ambientale, sociale e del lavoro e creare un pacchetto di criteri di sostenibilità specifico per settore, che comprenda criteri di aggiudicazione, criteri tecnici, metodologie di verifica e disposizioni contrattuali modello;
  • includere, nei settori delle infrastrutture critiche, delle tecnologie avanzate e delle materie prime critiche, disposizioni che consentano alle amministrazioni aggiudicatrici di imporre agli operatori economici di istituire partenariati industriali con soggetti giuridici con sede nell’UE;
  • creare una banca dati digitale europea delle PMI e degli attori minori pre-selezionati per snellire le procedure e migliorare l’accesso agli appalti pubblici. I sistemi di accreditamento potrebbero essere utilizzati per determinare la capacità tecnica e finanziaria delle imprese e per verificarne l’integrità professionale prima della procedura di gara, e i criteri di integrità professionale dovrebbero comprendere il loro bilancio in termini di rispetto della legislazione applicabile in materia di lavoro, diritti umani e ambiente;
  • suddividere gli appalti in lotti più piccoli per favorire la concorrenza ed evitare il predominio delle grandi entità, in particolare per i servizi di ingegneria, costruzione e progettazione;
  • consentire agli offerenti e alle amministrazioni aggiudicatrici di presentare le prove mancanti in una fase successiva della procedura, semplificando e accelerando così le procedure di appalto;
  • consentire proposte alternative (varianti alle offerte) per aiutare le amministrazioni aggiudicatrici ad ottenere servizi in modo più innovativo, efficiente ed efficiente in termini di costi;
  • garantire che il principio una tantum nel fornire determinate informazioni standard alle autorità e alle amministrazioni sia applicato coerentemente a tutti i livelli dell’amministrazione;
  • introdurre un regime ben definito di responsabilità solidale degli operatori economici e dei subappaltatori, e consentire i pagamenti diretti ai subappaltatori.
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