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Qualificazione stazioni appaltanti: solo il 5% ha ottenuto la registrazione, tra le prime la Fondazione del CNI

Dal 1° luglio è scattato l’obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti, in base alle nuove norme del Codice Appalti: la Fondazione CNI è SF1
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Qualificazione stazioni appaltanti: solo il 5% ha ottenuto la registrazione, tra le prime la Fondazione del CNI

Dal 1 luglio è scattato l’obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti, in base alle nuove norme del Codice Appalti e già dal mese precedente era operativo il portale ANAC che accoglie le domande di registrazione. Ma in vista dell’avvento della nuova normativa, l’Autorità Anticorruzione ha registrato piuttosto un rallentamento nelle registrazioni delle stazioni appaltanti sul portale e una contemporanea impennata delle aperture di nuove gare con le vecchie regole.

In base alle nuove norme del Codice appalti, in vigore dal 1 luglio, è obbligatoria la qualificazione delle stazioni appaltanti per ottenere affidamenti di contratti di lavoro di importo superiore ai 500 mila Euro o di servizi e forniture d’importo superiore alle soglie previste per gli affidamenti diretti (140 mila Euro). Dal 1 luglio è scattato dunque il blocco del rilascio del Codice identificativo di gara per le stazioni appaltanti non qualificate.

Qualificazione stazioni appaltanti, la denuncia di Anac

Ma  una nota del Presidente ANAC del 3 luglio scorso, segnala un notevole ritardo delle stazioni appaltanti nel procedere alla registrazione per la qualificazione. Proprio per evitare questo rallentamento, dannoso allo sviluppo del Paese in una fase tanto delicata, l’Autorità Anticorruzione aveva anticipato l’apertura del portale di registrazione di un mese rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo. Tuttavia, fa sapere il Presidente Busia, solo 2 mila stazioni appaltanti su 26 mila hanno chiesto finora di registrarsi. Al contrario, in questo periodo che ha preceduto la vigenza del nuovo Codice,  le banche dati dell’Autorità garante hanno registrato un’impennata delle richieste di codici per avviare nuove gare.  Questo fenomeno, spiega Busia, è dovuto al fatto che  le stazioni appaltanti hanno cercato di assicurarsi la gestione delle procedure con le vecchie regole, evitando di cadere nella vigenza del nuovo Codice appalti.

Quando entrano in vigore nuove regole, chiarisce Busia, si crea sempre un effetto di blocco, perché i funzionari attendono di capire concretamente come funzioni il nuovo quadro normativo e nel frattempo utilizzano fin che possono le vecchie, che conoscono meglio”. Secondo il Presidente ANAC, per evitare l’effetto corsa all’apertura di gare con il vecchio Codice, sarebbe bastato investire di più sul rafforzamento delle stazioni appaltanti (e non solo nella riscrittura del Codice) “assumendo giovani capaci e preparati, in grado di svolgere le gare rapidamente e risparmiando denaro pubblico”. Ad ogni modo, aggiunge Busia, “non è tempo di polemiche ma di rimboccarsi le maniche per trovare soluzioni concrete”.

La contromossa con il Governo

Per questo ANAC sta lavorando con la Cabina di Regia di Palazzo Chigi, per muoversi in maniera coordinata e garantire un effettivo rafforzamento degli acquirenti pubblici a tutti i livelli istituzionali. L’obiettivo, per il Presidente dell’Autorità, è quello di ridurre gli sprechi e le inefficienze causate dalla presenza di 26 mila stazioni appaltanti autorizzate anche alla gestione di procedure complesse, puntando invece su 100 o 200 centrali di committenza specializzate e diffuse sul territorio in grado di supportare anche gli enti meno attrezzati a realizzare i loro progetti.

In conclusione, per il Presidente Busia, il rafforzamento delle stazioni appaltanti voluto dal nuovo Codice, “non è solo un passaggio indispensabile per garantire gli investimenti del PNRR, ma di un investimento di lungo periodo per accrescere la capacità amministrativa, assicurare sviluppo e crescita duratura”.

ANAC e SNA, la Scuola nazionale dell’amministrazione assicureranno la formazione dei funzionari che dovranno applicare il nuovo codice.

Qualificazione stazioni appaltanti, la Fondazione CNI è SF1

Tra le prime stazioni appaltanti a completare con successo la registrazione per la qualificazione è stata la Fondazione del Consiglio Nazionale Ingegneri. La fondazione CNI ha ottenuto infatti la qualifica SF1 e cioè di “stazione appaltante qualificata per l’affidamento di servizi e forniture al livello più alto” e senza limiti di importo. Per Domenico Perrini, Presidente del CNI “è una notizia di straordinaria importanza”, proprio mentre si lamenta l’esiguo numero di stazioni appaltanti qualificate. Soddisfatto anche il Consigliere CNI Domenico Condelli che rileva come il numero di stazioni appaltanti oggi qualificate in Italia superi di poco il 5% del totale, (le centrali di committenza di modeste dimensioni non sono riuscite infatti nei tempi previsti a completare l’iter). Proprio per questo la Fondazione CNI si rende disponibile a svolgere procedure di gara per le stazioni appaltanti che non avessero ancora avviato o completato il processo di qualificazione.

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