Il
nuovo codice appalti è in
dirittura d’arrivo. È necessario per l
‘avanzamento del PNRR, è un obiettivo strategico del governo Meloni ma è anche un groviglio di problematiche per la sua applicazione e per la regolamentazione dei periodi transitori. Per questo ci sarà un decreto ad hoc, un correttivo post 31 marzo 2023. Ma c’è anche un’altra questione non risolta nel nuovo codice appalti. Ed è quella di genere. A sollevare la problematica Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione.
Nuovo codice appalti, quote rosa in ombra
“Sulle quote rosa, non possiamo permetterci che il nuovo Codice Appalti faccia passi indietro. Purtroppo, rispetto al Codice attuale, che ha fatto proprio l’indirizzo del Pnrr sull’
incremento dell’occupazione femminile, nel nuovo Codice la spinta sembra venir meno. Si parla di parità di genere in termini generici, ma non si fissano soglie, né traguardi puntuali. Il testo che uscirà dal Consiglio dei ministri non può restare questo, altrimenti sarebbe un tradire le aspettative delle donne e del Paese intero”. Una presa di posizione del presidente dell’Anac Busia all’incontro al
Cnel. il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, intitolato “La certificazione della parità di genere tra sostenibilità e compliance”, organizzato dall’Aitra, Associazione Italiana Trasparenza e Anticorruzione.
“Il
Codice aveva introdotto una rotta precisa: garantire il 30% di occupazione femminile e giovanile attraverso i nuovi contratti pubblici del Pnrr. Pur prevedendo delle deroghe, che
sono state ampiamente utilizzate dalle stazioni appaltanti, forse anche troppo, il Pnrr ha dato indicazioni e obiettivi precisi. Ora, invece, – evidenzia Busia – questo sembra venir meno nella bozza di nuovo Codice Appalti in circolazione. Se così fosse, sarebbe una perdita della competitività del Paese, che richiede una più cospicua presenza di donne nel mondo del lavoro, e un freno alla missione stabilita dal Pnrr per l’Italia, e la sua crescita strutturale”.
“Inoltre – ha ricordato il presidente Anac – la prescrizione della presenza femminile e giovanile deve essere un
obiettivo da raggiungere per tutti gli appalti, non solo quelli del Pnrr. Per accompagnare questa trasformazione del Paese nello spirito nel Pnrr, il Codice aveva introdotto delle deroghe giuste, che forse sono state utilizzate anche in maniera esagerata, e su cui noi stiamo vigilando. Si trattava, quindi, già di un’introduzione graduale, per evitare di gravare eccessivamente sulle imprese. Ma questa deve diventare cultura generale del Paese. Il Pnrr non è una parentesi nel modo di operare dell’Italia. Con più donne al lavoro, ne traggono beneficio le stazioni appaltanti, le imprese, la società intera. Non possiamo permetterci ora di tornare indietro”.