Affidamenti post Covid, le proposte digital dell’Anac
Accelerare gli affidamenti negli appalti pubblici, ora che l’Italia ha bisogno di ripartire, anche e soprattutto sul fronte pubblico, dopo il lockdown da Covid-19. Nel corso dell’ultimo ventennio, sono stati innumerevoli i provvedimenti assunti a livello europeo, nazionale e locale con lo scopo di rendere la PA sempre più digitale, trasparente ed efficiente. Si pensi all’Agenda Digitale Europea 2020, uno dei sette pilastri della Strategia “Europa 2020”, nell’ambito della quale è stata poi elaborata l’Agenda Digitale Italiana. Anche dal punto di vista economico finanziario, sono stati diversi i provvedimenti assunti per incentivare lo sviluppo di nuove soluzioni in grado di soddisfare i “fabbisogni smart”, individuati dalla Strategia italiana per la banda ultra larga e per la crescita digitale 2014-2020 e dalla Strategia nazionale di specializzazione intelligente.
In questo contesto, gli approvvigionamenti pubblici rappresentano una fondamentale leva di politica economica e industriale. Questa è capace di influire in maniera determinante sulla competitività delle imprese e sulla capacità di innovazione del Paese.
Strategie ANAC per le procedure di gara
Con due differenti documenti l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha elaborato delle strategie utili per accelerare e semplificare gli affidamenti e le procedure di gara.
Si tratta delle “Strategie e azioni per l’effettiva semplificazione e trasparenza nei contratti pubblici attraverso la completa digitalizzazione” e della “Proposta di intervento normativo al fine di consentire il ricorso alle procedure previste nell’art. 163 e nell’art. 63 del codice dei contratti pubblici fino al 31 dicembre 2020”.
Nel primo documento, l’ANAC si pone l’obiettivo di esaminare i rapporti tra semplificazione, digitalizzazione e trasparenza nell’ottica di promuovere l’innovazione e l’efficienza nella gestione dei processi di acquisto pubblici. In particolare l’analisi verte sullo stato di attuazione della digitalizzazione degli appalti e del suo rafforzamento come leva per la semplificazione dei processi di procurement. Senza dimenticare l’attuazione della trasparenza amministrativa nel settore e più in generale della disponibilità e accessibilità dei dati alle istituzioni e ai cittadini. Tra i fattori determinanti per il raggiungimento degli obiettivi, si segnalano l’importanza strategica di porre in essere politiche pubbliche per il rispetto di importanti scadenze previste dal legislatore europeo:
- la standardizzazione,
- l’interoperabilità,
- l’attuazione di norme già presenti in materia di digitalizzazione dei contratti pubblici e la modifica di altre,
- il processo di qualificazione delle stazioni appaltanti,
- la professionalizzazione e la formazione dei RUP e più in generale dei buyer pubblici.
L’uso di procedure d’urgenza per gli affidamenti degli appalti pubblici
Nel secondo lavoro, per contribuire alla ripartenza economica del sistema italiano, l’ANAC ritiene fondamentale l’utilizzo generalizzato delle procedure d’urgenza già previste dal Codice, come la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara prevista dall’articolo 63 del Codice o le procedure in caso di somma urgenza e di protezione civile, previste dall’articolo 163 del D.lgs. 50/2016.
Considerato che la maggiore criticità del ricorso a questi strumenti risiede nell’individuazione, da parte delle stazioni appaltanti, della motivazione sulla base della quale legittimare l’affidamento diretto o la procedura negoziata senza bando, l’ANAC fornisce alcune indicazioni desumibili dal quadro normativo e dai dati in suo possesso.
L’Autorità ricorda che, ai sensi del combinato disposto dell’art. 163, comma 6, d.lgs. 50/2016 e degli art. 2, comma 7, e art. 7 d.lgs. 224/2018 il (Codice della protezione Civile), il verificarsi di una circostanza di somma urgenza (art. 7 d.lgs. 224/2018) legittima l’adozione di procedure d’urgenza finalizzate al superamento dell’emergenza (art. 163 d.lgs. 50/2016) anche tramite l’attuazione coordinata di misure volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita e di lavoro, nonché l’attuazione di prime misure idonee a fronteggiare i danni subiti dalle attività economiche e produttive.

