Architettura

L’illuminazione della Vela di Santiago Calatrava premiata ai [d]arc Awards

Il progetto, realizzato in vista del Giubileo, anticipa la trasformazione del quartiere Tor Vergata in distretto green connesso alla città
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L’illuminazione della Vela di Santiago Calatrava premiata ai [d]arc Awards

Il progetto di illuminazione scenica della Vela di Santiago Calatrava a Tor Vergata, Roma, si è aggiudicato il [d]arc Awards 2024 nella categoria Structures High Budget. Il premio è stato ritirato a fine aprile a Londra dalla proprietà dell’edificio, Agenzia del Demanio, insieme alla lighting designer Barbora Nacarova in rappresentanza di Dolce e Luce Lighting Design Studio che ha curato il progetto.

Da abbandono a simbolo di rinascita

L’opera, realizzata a dicembre per celebrare l’apertura dell’anno giubilare, ha contribuito a trasformare quello che era diventato un simbolo dell’abbandono, segnandone il percorso di rinascita. Il nuovo sistema di illuminazione artistica è elemento centrale del rilancio. Nasce per valorizzare la monumentalità e raccontare un viaggio simbolico ispirato al ciclo dei corpi celesti, dai toni caldi del tramonto, alla luce bianca della luna, al blu del cielo stellato, per poi spegnersi. Tutto il sistema è alimentato da energia rinnovabile proveniente da pannelli fotovoltaici.

La dinamica illuminazione utilizza proiettori LED e RGBW con controllo DMX per le transizioni cromatiche e scenografie luminose che esaltano la tridimensionalità della parte frontale rivolta verso il mare lasciando il retro in penombra.

Oltre al riconoscimento artistico, l’intervento si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione dell’area di Tor Vergata, ferma da oltre 13 anni. Il sito quest’anno sarà infatti restituito alla città con un’arena da 12.000 posti e un distretto urbano che si vuole permeabile, sostenibile e innovativo. Grazie al Giubileo, una (piccola) parte dei lavori si è infatti spinta al di fuori dei principali flussi turistici, dando nuovo impulso alla trasformazione anche di quest’area, divenuta una delle opere incompiute più famose della città contemporanea.

Il prossimo passo prevede il completamento di lavori che in estate permetteranno alla Vela firmata da Santiago Calatrava di ospitare il Giubileo dei Giovani, in programma dal 28 luglio al 3 agosto.

La Vela di Santiago Calatrava: una storia lunga

La “Città dello Sport” di Tor Vergata, ideata dall’architetto Santiago Calatrava, nasce per essere un polo sportivo d’eccellenza con Palasport (15.000 posti), Palanuoto con piscine olimpioniche e 4.000 posti tra nuoto e tuffi. Completano il progetto una pista di atletica, palestre, laboratori, spazi commerciali e di ristoro.

Doveva rappresentare un quadrifoglio architettonico innovativo nella periferia romana. I lavori iniziano nel 2005, segnati da subito da forti rincari. Nel 2009, a causa dell’impossibilità di concludere per i Mondiali di Nuoto lavori che procedono molto lentamente, si abbandona l’idea di utilizzarla per l’evento.

Nel 2011 si tenta, inutilmente, di rilanciare il cantiere in vista della candidatura olimpica del 2020, mentre nel 2014 viene ipotizzato un cambio di destinazione d’uso, ma nessuna proposta concreta va in porto. La struttura, identificata dai 75 metri di altezza dello scheletro metallico della copertura dello stadio del nuoto, viene così trasferita all’Agenzia del Demanio con il sindaco Roberto Gualtieri che, sfumata anche la candidatura per un Expo 2030 che proprio a Tor Vergata avrebbe costruito strutture e padiglioni, rilancia l’idea di completare la Cittadella per ospitare eventi del Giubileo 2025.

A Tor Vergata, il progetto di una green city

L’azione di rilancio e riqualificazione non dovrebbe esaurirsi alla Vela, ma estendersi a questa parte di periferia sudorientale di Roma. Tor Vergata nasce come quartiere tra gli anni settanta e ottanta con l’ambizione di diventare un polo universitario, scientifico e residenziale d’eccellenza. Si inizia con l’istituzione del Campus universitario Tor Vergata, con la facoltà di Medicina e annesso policlinico, passando per l’inaugurazione dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata alla Romanina, nel 1982. Ospita oggi la seconda università romana, importanti centri di ricerca (come l’INFN e l’ENEA), il Policlinico e un vasto campus. Nonostante queste presenze strategiche, il quartiere ha tuttavia sempre sofferto di mancata integrazione urbana, scarse connessioni con il centro città e urbanizzazione discontinua.

Le distanze tra funzioni (residenziale, universitaria, sanitaria) sono ampie e mal collegate, con spazi pubblici spesso abbandonati o sottoutilizzati. Vi si sono aggiunti problemi di degrado ambientale, scarsa offerta commerciale e carenza di servizi di prossimità per i residenti su cui interverrà un piano presentato da Agenzia del Demanio nel 2024. Avviato grazie anche ai fondi del Giubileo, prevede nel lungo termine la creazione di un polo connesso con funzioni culturali, sportive, ambientali e formative. È prevista la realizzazione di un centro formativo della Polizia di Stato, di un orto botanico con laboratori, di un polo termale urbano, di spazi museali, aree sportive indoor e outdoor, di una passeggiata archeologica e di vaste zone verdi attrezzate. Il progetto integra anche una mobilità sostenibile con tram, navette elettriche e piste ciclabili, e un uso esteso di energie rinnovabili (fotovoltaico, idrogeno, geotermia).

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