Architettura

Restauro hi-tech per il teatro comunale di Putignano

Prima che scattasse l'emergenza Covid più di 2000 persone hanno avuto l'opportunità di ammirare questo restauro nella cittadina che vanta uno tra i più antichi Carnevale del mondo
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Restauro hi-tech per il teatro comunale di Putignano
Per tornare a far risplendere un luogo dall’alto valore simbolico e culturale, e da troppi anni ormai dimenticato, servono un buon progetto di restauro, adeguate risorse economiche, ma soprattutto una profonda sensibilità nei riguardi di quei beni che hanno rappresentato molto per la comunità, in termini artistici e in particolar modo sociali. E’ il caso del teatro di Putignano, la cui inagibilità era stata dichiarata nel 1978, riconsegnato ai suoi cittadini attraverso una veste nuova, persino hi-tech, ma che rispetta la sua essenza originaria.

L’apertura straordinaria del 26 gennaio

In realtà, la consegna dei lavori e l’inaugurazione ufficiale sono previste per settembre 2020, ma in via eccezionale il Teatro rinnovato ha aperto le sue porte al pubblico il 26 gennaio, ricevendo circa 2230 persone – tra adulti e studenti – con in sottofondo le note delle pianiste Isabella Fortunato e Augusta Dall’Arche. All’evento ha partecipato anche l’Arch. Gian Luigi Sylos Labini, di  SMN Architetti, che si è occupato del progetto. A guidare i visitatori per gli spazi del teatro i volontari del FAI – Fondo Ambientale Italiano di Putignano. “L’apertura straordinaria del nostro teatro – ha dichiarato Luciana Laera, sindaco di Putignano  – resa possibile grazie al prezioso supporto dell’impresa edile Garibaldi-Fragasso, responsabile dei lavori di restauro, e alla grande collaborazione dei volontari del Fai di Putignano, precede di pochi mesi la sua inaugurazione ufficiale. Sono previsti per questa primavera il termine dei lavori e la consegna da parte dell’impresa che sta eseguendo il restauro, ma intanto abbiamo iniziato a rendere il teatro un posto vivo, a viverlo. L’apertura straordinaria è stata proprio questo, un’occasione affinché questo luogo cominci a diventare un luogo dei putignanesi e di tutti coloro che vorranno trascorrere qui momenti emozionanti e di arricchimento culturale e personale. Un’occasione affinché i putignanesi inizino a riappropriarsi di una parte della propria identità”.

Breve storia del Teatro Comunale di Putignano

La storia del teatro affonda le sue radici nel 1600, quando una piccola sala a ridosso di un antico bastione viene dedicata a rappresentazioni teatrali aperte al pubblico. Saranno due compagnie teatrali locali ad occuparsi della gestione e manutenzione della sala per tutto il 1700. La sala, nel 1800 verrà anche ampliata diventando luogo di fastosi eventi in maschera per celebrare la tradizione del Carnevale. L’attuale aspetto del teatro, compresa la planimetria trapezoidale, è da attribuire all’ingegnere Vincenzo Ventrella, che lo ideò nel 1880. Nel 1887 vengono completati i lavori che hanno portato alla costruzione del fronte principale su corso Garibaldi, angolo corso Umberto I, mentre si dovrà attendere il 1894 per vedere ultimati gli interni. Il dopoguerra è un periodo difficile. Il Comune affida i lavori di ristrutturazione a dei privati e su progetto dell’ingegnere Basile il teatro viene trasformato in cinema-teatro. Basile procede con uno sventramento della parte interna per poter ospitare 900 persone. Il cinema inaugurato nel 1957 viene però chiuso per inagibilità nel 1978. La volontà di recuperare il vecchio Teatro Comunale, dopo un percorso così travagliato, risale al 1993, quando si inizia a pensare alla manutenzione delle coperture e delle facciate. Ma solo nel 2008 l’Amministrazione Comunale approva il progetto definitivo, frutto dell’operato dell’Ufficio Tecnico, che vede l’inizio dei lavori nel 2010. Dopo qualche anno, risultano necessarie delle varianti in corso d’opera, di cui saranno incaricati gli architetti Gian Luigi Sylos Labini e Luigi Dragone.

Un progetto di restauro e rifunzionalizzazione

Un luogo che rinasce è sempre una conquista. Il teatro di Putignano, con la sua storia risalente al 1600, aveva ancora molto da dire a tutti coloro che possono viverlo e ammirarlo. Una ‘scatola’, così potremmo definirla, rimasta per anni in attesa che qualcuno potesse riempirla di nuovo. Le parti superstiti, gli esterni e gli ambienti su Corso Umberto I sono stati oggetto di restauro, mentre l’interno è stato ricostruito ex-novo. La riapertura del Teatro sarà un grande regalo non solo per i cittadini di Putignano, ma per tutto l’ambito metropolitano di Bari, e in particolare per l’area sud-est dove non ci sono teatri.

Tra passato e presente

Solo le pareti perimetrali del teatro della della cittadina pugliese del Carnevale, sono riuscite a resistere al passare del tempo e alle cause antropiche, e rappresentano ad oggi gli unici veri elementi della composizione di fine ‘800. I lavori di restauro, portati avanti dall’impresa Garibaldi-Fragasso, hanno previsto la realizzazione di tutti gli ambienti interni – che rievocano lo schema del ‘teatro all’italiana’ – e il restauro degli elementi esistenti. A completare il tutto, l’installazione di sistemi tecnologici, per convertire un’opera del passato in un vero e proprio gioiellino hi-tech.

Materiali e composizione

Il legno, che conferisce naturalezza, e il bianco candido, occupano la scena, generando un’atmosfera confortevole, ravvivata dal particolare posizionamento delle luci. Il vetro dei parapetti dona un tocco di leggerezza, trasparenza, impalpabilità. Quello che di solito è un materiale ‘freddo’, moderno, insolito per gli edifici classici, qui si inserisce senza difficoltà, contribuendo all’eleganza degli ambienti. La scala a chiocciola, con la sua importante presenza plastica, attira lo sguardo dei visitatori, diventando un elemento importante dal punto di vista estetico oltre che di connessione.

Le soluzioni costruttive

Tutte le soluzioni costruttive sono state frutto di accurate riflessioni sia sul valore storico dell’opera, sia sul suo utilizzo nel presente, per lo svolgimento ottimale degli spettacoli e il comfort degli ospiti. Trattandosi di un teatro, inoltre, lo studio dell’acustica ha ricoperto un ruolo fondamentale. Molte sono state le scelte basate sulla qualità del suono. In sintesi, sono stati previsti i seguenti interventi, soprattutto derivanti dalle variazioni in corso d’opera:
  • rispetto all’ipotesi iniziale, aumento della profondità media del palcoscenico con conseguente traslazione della posizione del boccascena verso l’interno della sala teatrale;
  • aumento della profondità della torre scenica, e innalzamento della graticcia al fine di garantire un idoneo spostamento in verticale delle scene;
  • due gallerie in sala, e non una come previsto all’inizio, per un totale di 450 spettatori (recuperando così il numero di spettatori persi per lo spostamento del boccascena);
  • nella sala, demolizione della copertura voltata laterocementizia che nel 1955 aveva sostituito la copertura originaria in capriate lignee, e dunque ritorno alle capriate lignee con tavolato ricoperto da marsigliesi;
  • realizzazione di copertura a falde con struttura in ferro ricoperta da un grigliato metallico per gli impianti con conseguente miglioramento del comportamento antisismico della struttura e dell’acustica;
  • nel foyer, copertura realizzata con solaio piano staccato dalla facciata in muratura grazie a un lucernario orizzontale vetrato (anche questo elemento rievoca l’aspetto originario del Teatro);
  • scala a vista nel foyer e inserimento di un ballatoio di distribuzione per la seconda galleria.
L’aumento della profondità del palcoscenico consente una maggiore produttività e versatilità del teatro, che diventa anche adatto a spettacoli relativi al circuito dei teatri di ridotta e media grandezza (palcoscenico con superficie superiore a mq. 100). In questo modo, inoltre, il palcoscenico può essere utilizzato anche come sala prove.

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