Architettura
G124 by Renzo Piano, prove di micro-rigenerazione a Padova
Un centro parrocchiale rinnovato in tre mesi. Secondo step del G124 sulle aree al di sotto del cavalcavia Borgomagno. Il rammendo urbano continua
Condividi
Si è conclusa a Padova la prima parte del primo dei tre progetti avviati nel 2019 da G124, il gruppo di lavoro sulle periferie d’Italia voluto nel 2014 da Renzo Piano, neo eletto senatore a vita, per portare avanti progetti di micro-rigenerazione e “rammendo” urbano delle periferie italiane.
G124: un metodo in 6 punti
Il metodo G124 si basa sulla presenza, coesistenza e realizzazione di sei punti, che dovrebbero essere in grado di rendere vivibile anche il quartiere più degradato: presenza di un mix generazionale, sociale ed economico; disseminazione di attività culturali e spazi e aree pubbliche come centri civici, biblioteche e servizi; presenza di collegamenti pubblici con il centro cittadino; presenza del verde come elemento connettivo e limite al consumo di suolo; l’avvio, quando necessario, di cantieri “leggeri” sugli edifici che hanno il pregio di non allontanare gli abitanti e gli utilizzatori; attivazione di processi partecipativi che aprano dialogo e ascolto delle esigenze delle persone.Il centro parrocchiale della chiesa di San Carlo Borromeo all’Arcella
Collocato a nord della città, il quartiere Arcella era minacciato da un processo di cementificazione contro cui negli anni scorsi si erano opposti i cittadini, che nel 2013 avevano indetto un referendum contro il progetto di nuove edificazioni in favore di una riqualificazione verde e accessibile per cui si era costituito anche un comitato spontaneo. Il lavoro del gruppo si è mosso in una direzione chiara. L’obiettivo era portare la cultura in una periferia priva di piazze e centralità e abitata da molti studenti, su cui anche l’Università di Padova (che ha appena aggiudicato a David Chipperfield il progetto del suo nuovo campus) ha scommesso installando due sale studio negli spazi del centro parrocchiale della chiesa di San Carlo Borromeo all’Arcella.Il modus operandi
Il processo di micro-rigenerazione urbana parte proprio da qui. Si sta avvalendo della fattiva collaborazione dell’Università. Il tutor Edoardo Narne e 30 studenti del corso di laurea in Ingegneria edile Architettura hanno affiancato i 3 borsisti laureati (Marco Lumini, Francesca Memo e Alberto Michielotto) selezionati tramite bando per l’edizione 2019 del progetto. Coinvolgimento e autocostruzione guidano intervento che si è concentrato sulla trasformazione di quattro aree di un centro parrocchiale rinnovato in tre mesi.Gli spazi
L’ingresso con il corridoio sono diventati spazi per la comunicazione grazie alla realizzazione e al posizionamento di espositori e supporti di legno dai vari utilizzi; l’area ristoro vede il bar, dall’immagine rinnovata e armonizzata, affiancato da una nuova funzione, l’emeroteca; l’area giochi diventa infine uno spazio polifunzionale per la danza e la musica. Interventi minimi hanno portato nuovi colori e nuovi arredi in legno, progettati ad hoc e costruiti in loco: panche per la sosta, le pareti divisorie con i ripiani per i giornali dell’emeroteca, gli espositori e colorati contenitori mobili in cui riporre all’occorrenza attrezzature, tavoli e sedie della sala comune.Photogallery
Il secondo passo: il cavalcavia Borgomagno
Concluso il primo passo, il secondo è già dietro l’angolo: la stesura di un piano di sviluppo per la zona del cavalcavia Borgomagno, al di sotto della quale si vuole prevedere un bike centre e un’area attrezzata a servizio del quartiere.G124 2019: le tre aree di intervento
L’intervento di Padova è il primo concluso tra i lavori avviati nel 2019, che stanno vedendo i gruppi cimentarsi su altre due aree periferiche italiane, una doppia a Roma (tutor Pisana Posocco) e il quartiere Mazzarrona di Siracusa (tutor Bruno Messina), che, grazie all’avvio del processo di rigenerazione urbana che ha trasformato la ferrovia pista ciclabile, può intravedere concretamente un futuro di cambiamento ed evoluzione.
G124 2014-2018: il lavoro svolto
Il progetto nasce quando Renzo Piano viene nominato senatore a vita, prendendo il nome dal numero dell’ufficio di Palazzo Giustiniani assegnato all’architetto neosenatore. Il centro del progetto G124, finanziato ogni anno dal compenso istituzionale che spetta a Piano, sono le periferie urbane, che diventano il “grande progetto del nostro Paese: la città cha sarà, la città che lasceremo ai nostri figli”. La sua realizzazione avviene attraverso la formazione di gruppi composti da laureati in architettura under 35. Sono stati selezionati tramite bando e affidati al coordinamento di tutor e docenti. Si sceglie, di volta in volta, l’area su cui concentrare un lavoro di dieci mesi. Durante cinque anni G124 si è concentrato su sei aree:- il quartiere Librino di Catania (2014),
- la cura dello spazio pubblico di Borgata Vittoria a Torino (2014),
- l’area al di sotto del Viadotto Gronchi a Roma (2014),
- la ricucitura del quartiere Giambellino di Milano (2015),
- le numerose aree inutilizzate di Marghera (Venezia, 2016),
- l’ex Mattatoio di Sora (Frosinone, 2017 e attualmente in corso).
