Il gruppo guidato da
studio STEAM di Padova con David Chipperfield Architects Milano e il geologo Davide Dal Degan si è imposto con PiaveFutura nel concorso a procedura ristretta promosso a metà dello scorso anno dall’Università di Padova per la realizzazione del suo
nuovo campus delle Scienze sociali ed economiche, che nei prossimi anni trasformerà l’ex caserma Piave acquisita dall’Università nel 2017 dall’Agenzia del Demanio.
Gli
invitati, le cui proposte sono state valutate da una giuria che, fra gli altri, comprendeva Guillermo Vázquez Consuegra e Giovanni Carbonara, sono stati gruppi misti di valore internazionale che hanno compreso i tedeschi progettisti del non lontano Museo M9 a Mestre Sauerbruch Hutton (con Topotek 1), i portoghesi Baq Gordon arquitectos, Ipostudio, gli spagnoli Cruz y Ortiz Arquitectos, Barozzi Veiga, Mario Cucinella Architects (con Milan Ingegneria e Studio Land), ARUP Italia (con i milanesi OBR), il britannico Foster+Partners e i finlandesi Teemu Kurkela JKMM.
PiaveFutura: un nuovo campus per l’università
Il
progetto di ampliamento che l’ateneo sta realizzando presenta
diverse peculiarità. PiaveFutura nasce per la crescita di un istituto universitario che decide di dotarsi di spazi nuovi, moderni, aggiornati e attraenti,
avvia un processo di rigenerazione urbana che nei prossimi anni recupererà uno spazio in degrado dentro il perimetro delle mura cinquecentesche e vicino all’Orto Botanico universitario più antico del mondo creando un complesso iconico, permeabile e aperto alla città che lo circonda.
Sebbene il livello progettuale richiesto sia poco meno che quello di uno studio di fattibilità (da completare come primo incarico del vincitore), la presenza di David Chipperfield, autore di pluripubblicati e pluripremiati interventi sul costruito storico come il Neues Museum di Berlino (vincitore nel 2011 del Premio Mies van der Rohe), può essere ulteriore garanzia di un intervento iconico che riesce a integrarsi e rispettare le preesistenze storiche. Il
campus PiaveFutura occuperà infatti interamente l’area e i volumi dell’ex caserma Piave, che insiste su un lotto di 51.370 mq di superficie nel centro storico di Padova (17.000 coperti e i restanti aperti): il complesso è composto da
edifici di altezza variabile tra uno e tre piani fuori terra
sottoposti a vincolo della Soprintendenza dal 2013.
L’idea di progetto
Il
programma previsto dal bando richiedeva la previsione di spazi destinati alla formazione, alla gestione, di servizio e commerciali: un auditorium da 1.200 mq, 860 postazioni studio e 45 aule (per un totale di 45.000 mq), una biblioteca (3.000 mq), 1.700 mq di laboratori, studi, uffici e spazi comuni per 4.135 mq, 6 sale riunioni da 30 posti, 50 uffici amministrativi (4.900 mq), 1.700 mq da destinare a ristorazione ed esercizi commerciali e 2.400 mq di magazzini. Tra le aree esterne e il sottosuolo aggiungeva 250 posti auto, 150 posti per motocicli e 1.500 posti per le biciclette.
Il progetto PiaveFutura risponde alle richieste del bando suggerendo un
complesso che elimina le superfetazioni non sottoposte a vincolo e unisce la preesistenza, di cui prevede restauro e riutilizzi, con un nuovo che, al centro della grande piazza d’armi, realizza un’elegante e iconica struttura a pianta ovale a due piani fuori terra aperta sia verso i giardino interno che verso l’esterno, dove invece si trovano le preesistenze.
L’ateneo di Padova: scuole e strutture
L’università patavina è un’istituzione dalla storia antica e prestigiosa: costituitosi nel 1222 da un gruppo di promotori provenienti da Bologna, è infatti fra le prime nate in Italia e fra le più antiche in tutto il mondo e i suoi spazi hanno visto insegnare scienziati come Galileo Galilei (a cui è intitolata la Scuola Galileiana di studi superiori) e formarsi fra i suoi studenti il filosofo Pico della Mirandola e il letterato Francesco Guicciardini.
L’ateneo oggi comprende
otto scuole (Scienze umane sociali e del patrimonio culturale, Scienze, Psicologia, Medicina, Ingegneria, Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche, Agraria e medicina veterinaria) che occupano un
campus diffuso su un territorio che supera anche i confini regionali.
L’ateneo di Padova è anche detentore di un ulteriore record: nel 1545 ha infatti dato vita a quello che sarebbe diventato il
primo Orto botanico universitario al mondo. Inserito nel 1997 nella lista dei siti Patrimonio mondiale Unesco, nel 2014 è stato restaurato e ampliato con la realizzazione della nuova serra che, seguendo il progetto impostato dallo studio vicentino VS Associati (Fabrizio Volpato e Giorgio Strappazzon) vincitori di un concorso internazionale bandito nel 2004, ne ha raddoppiato le superfici.
Il concorso per la realizzazione di un nuovo campus prosegue un percorso di modernizzazione e ampliamento che chiederà al vincitore di predisporre il progetto di fattibilità tecnico-economica, compensati da una cifra che il bando stabiliva in 225.566,19 euro che si sommano al premio in denaro di 100.000 euro (80.000 sono previsti per il secondo classificato, 60.000 per il terzo e 40.000 per ognuno degli altri 7 invitati).
L’Università si riserva la facoltà di affidare le successive fasi di progettazione e la direzioni lavori per PiaveFutura, per l’importo di circa 4 milioni di euro.