Architettura

Noventopiùcento: come sarà il nuovo Museo del Novecento di Milano

L'obiettivo del concorso è quello di ampliare il Museo del Novecento all’interno del secondo Arengario. Ecco il progetto vincitore
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Noventopiùcento: come sarà il nuovo Museo del Novecento di Milano
Il gruppo guidato da Sonia Calzoni, comprendente Pierluigi Nicolin, Ferdinando Aprile, Giuseppe Di Bari e Bruno Finzi, ha vinto il concorso Noceventopiùcento. Il bando chiedeva proposte per l’ampliamento del Museo del Novecento di Milano all’interno del Secondo Arengario. Prefigurava un importante cambio funzionale per un complesso storico e centralissimo progettato da Giovanni Muzio, Piero Portaluppi, Enrico Griffini e Pier Giulio Magistretti alla fine degli anni Trenta del Novecento. L’Arengario di Milano è costituito da due monumentali edifici gemelli rivestiti di marmo di Candoglia, caratterizzati dalla successione di due ordini di alti archi a tutto sesto. La procedura concorsuale, in due fasi, era stata bandita a dicembre dal Comune di Milano attraverso la piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano. Ha visto una grande partecipazione: le proposte sono state presentate da 130 candidati, tra cui è stata selezionata una shortlist di 10 progetti finalisti.

Un progetto su tre cardini e attenzione alla preservazione dell’esistente

Il progetto vincitore affronta le delicate problematiche poste dal complesso impostando il suo ragionamento attorno a tre cardini. Prende le mosse dalla specifica conformazione di due edifici separati da uno spazio ‘in-between’ ricco di tensioni. Il primo è la realizzazione del collegamento aereo tra le torri, espressamente richiesto dal bando. Il secondo riguarda la definizione dell’articolazione tra i basamenti degli edifici e un nuovo spazio pubblico al piano terra, in realizzazione di un collegamento più diretto con la città. Il terzo concerne la definizione della corretta e adeguata articolazione di un programma funzionale che deve consentire la percorrenza degli spazi museografici in molteplici direzioni. L’intervento sull’esistente segue le attuali linee guida delle trasformazioni di delicati edifici storici, sostituendo quasi completamente gli orizzontamenti. Il progetto vuole preservare il carattere unitario delle torri e le strutture esistenti. Introduce in modo reversibile gli elementi necessari alla sua fruibilità e al suo adeguamento sismico e statico. Crea un sistema organico tra i due elementi, in modo che il percorso mantenga la sua funzionalità anche in caso di mancata realizzazione del collegamento aereo.

Secondo Arengario: nuove funzioni e un nuovo spazio pubblico

Mentre aggiorna il Primo Arengario con nuovi spazi di servizio e 185 mq per il Laboratorio di conservazione, le funzioni previste per il Secondo Arengario sono molteplici. Ai livelli inferiori sono posizionati gli spazi di maggiore apertura e relazione, mentre ai superiori sono collocate le esposizioni. Il progetto realizza una nuova area di collegamento con la città nel basamento collocando al piano terra la caffetteria e il bookshop, in posizione opposta alla biglietteria. Questi si ballargano verso la città, occupando gli spazi del porticato e fungendo da invito all’ingresso. Salendo, un auditorium panoramico occupa la parte superiore del mezzanino. I suoi spazi, introdotti da un foyer per un totale di 310 mq, sono pensati in ottica di flessibilità estrema: possono accogliere conferenze, spettacoli, eventi vari e anche mostre temporanee. I livelli superiori sono quattro, tutti destinati ai nuovi spazi espositivi e museali per 1.200 nuovi mq. Con le loro altezze differenti, accoglieranno 100 opere del secondo Novecento e della contemporaneità. Particolare attenzione è stata riservata al disegno degli ultimi due e al loro effetto notturno. Sono il punto di sbarco della passerella aerea, che mette in collegamento diretto questo settore con la Sala Fontana del Primo Arengario.

La nuova passerella aerea

La proposta, rispondendo alle richieste del bando, definisce il ruolo e i caratteri di massima del nuovo collegamento aereo tra i due Arengari. Elemento critico e delicatissimo del progetto e per il nuovo complesso, viene letto come elemento con diverse funzioni, panoramica, distributiva e comunicativa. È impostato su una struttura portante reticolare metallica leggera e piuttosto semplice, composta di elementi tubolari a sezione circolare. Si appoggia all’esistente in modo reversibile, posizionandosi a quota +19,63 m e alta 1,5 m. Si rivolge nella doppia di direzione di piazza Duomo e piazza Diaz offrendosi anche come supporto per strutture dei presentazione di eventi e manifestazioni. Verso piazza Duomo prevede un elemento longitudinale convesso e specchiante in grado di rifletterne gli scorci. Il camminamento superiore è chiuso da una trasparente e poco impattante teca di vetro.

Museo del Novecento: costi e tempi dell’intervento

Secondo le valutazioni di massima sui costi contenute nella relazione progettuale, la realizzazione delle opere dovrebbe impegnare una cifra di poco più di 18,5 milioni di euro. Si avvarrà anche della generosa donazione di 5 milioni di euro da parte della presidente della Fondazione Francesco Pasquinelli Giuseppina Antognini. La collezione verrà ampliata con importanti new entry tra cui opere di Umberto Boccioni, Mario Sironi, Giacomo Balla e Gino Severini. La conclusione dei lavori è prevista per il 2026, anno in cui si terranno le Olimpiadi Milano-Cortina. La palla passa ora alle valutazioni della Soprintendenza meneghina.

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