Architettura

Museo Egizio di Torino: il progetto per l’ampliamento

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Museo Egizio di Torino: il progetto per l’ampliamento

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Il Museo delle antichità egizie di Torino, comunemente chiamato ‘Museo egizio‘, è il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2008, attraverso la Fondazione appositamente costituta per la sua gestione, ha dato il via a un imponente progetto di ampliamento e trasformazione. 

Museo Egizio di Torino (foto di Ivan Lombardo)

Collocato dal 1824, anno della sua fondazione, all’interno del barocco Collegio dei Nobili vicino a una delle piazze più suggestive del centro di Torino, gli spazi a sua disposizione non hanno mai subito significative trasformazioni e con il passare del tempo non sono più stati sufficienti alla più corretta messa in mostra di una collezione importante: 6.500 oggetti esposti e più di 26.000 reperti custoditi nei magazzini.

Allo scopo, è stato lanciato un concorso vinto dal raggruppamento guidato dai torinesi Isolarchitetti, che ha compreso anche gli architetti Carlo Aymonino e Paolo Marconi (scomparso nel 2013), lo scenografo Dante Ferretti e la società di ingegneria Icis.

Il Collegio dei Nobili
L’edificio, tre piani fuori terra risalenti al XVII secolo e vincolati dalla locale Soprintendenza, occupa metà di un isolato e si affaccia, a nord, sull’insieme barocco di piazza Carignano, con gli omonimi palazzo, ammirato capolavoro di Guarino Gaurini, e teatro, oggetto di un restauro concluso nel 2011 sotto la direzione di Paolo Marconi. Fino alla realizzazione di una strategia comunale di riordino dell’area imperniata sull’ampliamento dell’Egizio, ospitava tre diversi enti: il Museo, l’Accademia delle Scienze e la Galleria sabauda spostata dall’ultimo piano del Collegio al piano terra della Manica Nuova di Palazzo Reale prima di dare inizio ai lavori. Al centro dell’isolato, la corte interna all’interno della quale sorge la manica Schiaparelli, di realizzazione successiva.

Il progetto di trasformazione

© Isolarchitetti

La fase esecutiva dell’intervento, completamente realizzato con un museo che non è mai stato chiuso, è stata allo scopo suddivisa in due fasi e si è avviata a novembre 2012, con conclusione prevista dei lavori nella prima parte del 2015. E sta trasformando in modo radicale l’interno di un edificio dalle importanti valenze storiche, rendendolo più moderno e soprattutto più funzionale alle necessità espositive di una collezione vasta e preziosa.

© Isolarchitetti

L’idea alla base della proposta avanzata dal raggruppamento è basata su concetto chiaro: l’utilizzo delle strutture originarie riorganizzate e rivisitate internamente, soprattutto le due maniche storiche affacciate a nord e a est, per la funzione espositiva e la localizzazione di quelle accessorie nelle parti successive e in quelle appositamente realizzate per la trasformazione.

© Isolarchitetti

A livello distributivo mantiene l’ingresso nella storica posizione, via Accademia delle Scienze, ma cambia completamente i percorsi all’interno. Dall’ingresso, la corte interna introduce a un settore completamente nuovo, realizzato sottoterra e illuminato da lucernari a livello della pavimentazione del cortile, che su una superficie di 1.000 mq a regime ospiterà guardaroba, aree a servizio dei visitatori e biglietteria e sarà il punto di collegamento con la caffetteria e il bookshop, a cui è destinata l’intera e rinnovata Manica Schiaparelli.

© Isolarchitetti

A livello museale, sarà anche il punto di inizio di un percorso espositivo che si allargherà, partendo dall’alto a scendere, ai tre piani storici dell’edificio, rivisitati e ampliati nelle metrature dalla realizzazione di un nuovo soppalco.

All’oggi, i lavori sono in corso: completata nell’agosto 2013 la prima fase, che ha reso disponibile al Museo e ai suoi visitatori tutto il piano ipogeo con una versione “ridotta” delle collezioni, la seconda, che interessa i tre piani storici del Collegio dei Nobili, è tutt’ora in corso e restituirà presto alla città uno dei suoi più importanti musei.

L’autore

Laura Milan

Architetto e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, si laurea e si abilita all’esercizio della professione a Torino nel 2001. Iscritta all’Ordine degli architetti di Torino dal 2006, lavora per diversi studi professionali e per il Politecnico di Torino, come borsista e assegnista di ricerca. Ha seguito mostre internazionali e progetti su Carlo Mollino (mostre a Torino nel 2006 e Monaco di Baviera nel 2011 e ricerche per la Camera di Commercio di Torino nel 2008) e dal 2002 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”, dove segue il settore dedicato alla formazione e all’esercizio della professione. Dal 2010 partecipa attivamente alle iniziative dell’Ordine degli architetti di Torino, come membro di due focus group (Professione creativa e qualità e promozione del progetto) e giurata nella nona e decima edizione del Premio architetture rivelate. Nel 2014 costituisce lo studio associato Comunicarch con Cristiana Chiorino e Giulietta Fassino.

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