Architettura

L’acustica nella progettazione architettonica: intervista a Denise Borsoi

L'acustica nella progettazione architettonica può essere trattata con un approccio semplice e concreto, orientato al progettista. Ne parliamo con l'architetto Denise Borsoi che ci presenta lasua collana di eBook sul tema
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L’acustica nella progettazione architettonica: intervista a Denise Borsoi
L’arch. Denise Borsoi, tecnico competente in materia acustica ed autrice della collana di ebook edita da Wolters Kluwer dal titolo “L’acustica nella progettazione architettonica“, disponibile su Shop.Wki, ha scelto di divulgare questo tema secondo un approccio sicuramente diverso rispetto a quello usuale. Un approccio orientato al progettista e non attraverso formule fisiche o tecnicismi ma con illustrazioni e sopratutto un linguaggio semplice. Questa intervista ha l’obiettivo di capire come mai – nonostante ci sia molta letteratura su questo tema – si parli ancora troppo poco di comfort acustico negli edifici in sede di progettazione, come si determina il benessere acustico in un edificio e cosa significa avere un edificio acusticamente conforme. Qui l’autrice ci svela diversi retroscena del mondo della progettazione acustica: un tema scottante che viene tirato fuori molto spesso solo a posteriori in presenza di contenziosi e visto ancora come l’ennesimo adempimento burocratico da soddisfare. Arch. Denise Borsoi, la collana di ebook “L’acustica nella progettazione architettonica” rappresenta una delle ultime novità editoriali di Wolters Kluwer. Cosa l’ha spinta a scriverla? E’ un progetto nato quasi per caso. Dopo la stesura di un articolo sui criteri ambientali minimi, abbiamo riflettuto sulle esigenze dei progettisti e sull’offerta attuale della manualistica. Abbiamo allora notato come spesso si pensa all’acustica come ad un mero adempimento, ad un certificato, ad una misura da svolgere. A volte nei contenziosi in materia di vizi acustici diventa oggetto di vera e propria speculazione. Purtroppo sono tutte conseguenze che partono da presupposti errati perchè in realtà l’acustica (intesa in termini di benessere e comfort) dovrebbe essere considerata insieme un’esigenza e un obiettivo al pari della climatizzazione o dell’illuminazione. Senza considerare poi che in ambito amministrativo l’assenza di determinati requisiti (si pensi ai famosi requisiti acustici passivi ma non solo) è considerata carenza di requisiti igienico sanitari e può arrivare a bloccare le procedure per ottenere l’agibilità. La nostra sfida quindi era quella di fare il punto sulla progettazione acustica, facilitando la comprensione di questa materia spesso trascurata sia in ambito accademico che a livello progettuale e che è resa poi molto complicata dal quadro normativo alle volte contraddittorio. La collana completa conterrà 5 volumi in tutto, quasi 1000 pagine organizzate a seconda dei temi da risolvere e delle fasi del progetto e non più per argomenti riguardanti la fisica del fenomeno sonoro. Una linea editoriale un pò diversa e per questo devo ringraziare Wolters Kluwer per avermi sostenuto in questa scelta. Da quali elementi è partita per scrivere questa collana? Ha forse riscontrato una lacuna nell’attuale letteratura riferita all’argomento dell’acustica? Una lacuna vera e propria no, non manca certo la letteratura nel nostro settore. Il problema serio però – a mio avviso – è il modo troppo tecnico con cui si affrontano le tematiche. Da un lato abbiamo un quadro legislativo poco chiaro, contraddittorio, nebuloso per i progettisti e per certi versi ancora in evoluzione. Dall’altro vi sono pubblicazioni spesso rivolte più a tecnici specialisti, che utilizzano un linguaggio che il progettista non conosce e che tecnicamente non ha il tempo di approfondire, dovendo pensare ai molteplici aspetti del progetto. Ritengo quindi che una delle priorità sia spiegare le cose come stanno, vantaggi, criticità, precauzioni in un linguaggio semplice, partendo dal progetto e dalle sue esigenze e non dall’acustica in quanto “fenomeno fisico”, che è comunque uno dei tanti aspetti da considerare. Sarò sicuramente criticata, ma per farle un paio di esempi, ritengo assolutamente svilente considerare come “progettazione acustica” le indicazioni tecniche fornite dalle aziende fornitrici di materiali su sistemi costruttivi riferite all’intero progetto (e che magari regalano il “collaudo finale” dietro fornitura del materiale inserito nelle indicazioni); come ritengo anche che lo specialista in acustica (senza poi entrare nella giungla delle asseverazioni) non possa considerare progettazione la redazione di una relazione di 10 pagine di semplice analisi dei sistemi costruttivi. La progettazione acustica è ben altro e deve anche partire dai tecnici proporsi in modo diverso ai progettisti. Altrimenti non credo si stia svolgendo fino in fondo il proprio compito di specialisti. Credo che la progettazione acustica sia qualcosa di più di un documento scritto e che risponda a precise richieste della collettività come del singolo in termini di tutela dall’inquinamento acustico, in termini di qualità e comfort. Noi tecnici dobbiamo crederci e continuare nel promuovere una cultura di fondo che pian piano si sta costruendo. Sono ottimista su questo perché ogni giorno vedo dei piccoli progressi. A chi sono rivolti questi ebook e cosa vorrebbe che il professionista riuscisse a comprendere? Gli ebook sono rivolti ai Progettisti, ai Responsabili Unici del Procedimento (RUP), agli Interior Designer, ma anche agli stessi Specialisti in Materia Acustica che stanno iniziando la loro carriera professionale. Sono organizzati per “destinazioni d’uso” (residenziale, edifici pubblici, hotel, scuole, edifici direzionali) aventi esigenze e intenti progettuali diversi. Questa collana non ha assolutamente la presunzione di competere con le altre pubblicazioni, ci mancherebbe! Semplicemente mostra contenuti differenti (meno tecnici se vogliamo) e in modo diverso per cercare di far capire i concetti chiave, le attenzioni da tenere e gli aspetti che dovrebbero essere considerati. Il punto di vista è quello del progettista non dello specialista che sa già cosa deve essere fatto. Mi piacerebbe possa essere compreso che la progettazione acustica ha un ruolo ben preciso e che al tavolo delle decisioni tra i tecnici debba essere considerata alla stessa stregua di altre tematiche, dalla prevenzione incendi all’impiantistica, dal risparmio energetico alle barriere architettoniche, dalle strutture alla sicurezza. Ad oggi – ma per fortuna non sempre – invece arriva ancora troppo tardi al tavolo, a giochi fatti quando non è più possibile condividere scelte e obiettivi. Dalla lettura emerge che sono dei libri senza formule, scritti con un linguaggio molto semplice ed orientato al progettista. Come mai ha scelto questo approccio? Rapportandomi con i progettisti quotidianamente, capisco quanta fatica facciano a seguire le nostre analisi a partire dalle incongruenze legate al mio settore, a partire dai riferimenti di legge. Parlare in termini di descrittori acustici, di numeri, di decibel complica le cose, annoia e soprattutto non fa appassionare alla materia. Semplicemente parto dal presupposto che è lo specialista a dover sapere e proporre le migliori strategie, tenute conto le evidenze derivanti dai calcoli, dalle rilevazioni strumentali, dalle criticità di posa e di cantiere. Al progettista invece devono essere estremamente chiari gli aspetti progettuali che deve considerare per ottenere interventi non solo conformi alla normativa ma, anche più semplicemente, sostenibili sotto questo profilo. L’acustica è frutto di un dialogo tra specialisti e progettisti, senza prevaricazioni fra tutti gli attori: dalla progettazione, alla scelta dei materiali e soluzioni impiantistiche, alla posa, alle finiture. Sembra paradossale, ma se lei ricerca la parola “acustica” e derivazioni nel D.P.R. n. 380, il testo unico che detta le linee guida per le costruzioni, non troverà alcun riscontro. La carenza di insegnamenti proprio nelle facoltà di architettura o nelle accademie nei percorsi formativi per interior design ovviamente non aiuta quello che è già di suo un lento processo. Ma la qualità del progetto e di conseguenza del costruire deve andare anche in questa direzione e spetta proprio ai tecnici lamentarsi meno e fare un po’ di più. Mi rifiuto di pensare che il futuro dell’acustica sia mosso dalla paura dei contenziosi, che venga esclusa solo per ragioni di economicità rispetto all’estetica o considerata solo per la “certificazione”, la relazioncina da allagare al Pdc o alla scia, la verifica strumentale al fine di promuovere l’osservanza di un numero e basta. Capisco che in questo modo si faccia meno fatica e forse sia anti economico ma sono convinta che la concretizzazione di un’idea progettuale debba tener conto di tutte le specificità del progetto e del contesto in cui è inserito. Chi è per definizione lo specialista in acustica e quale è il suo ruolo all’interno della progettazione e costruzione di un edificio pubblico? A prescindere dai vari percorsi formativi, finora sono necessari studi approfonditi, tanta esperienza e tanto cantiere. Questo perchè essere Tecnici Competenti iscritti ad un Elenco Ministeriale non significa necessariamente essere specialisti in acustica o essere competenti nell’ambito architettonico- edilizio. Parlando di progettazione architettonica, lo specialista in acustica è colui che dovrebbe stimolare una sensibilità verso le tematiche dell’inquinamento indoor, dell’isolamento e del comfort acustico prima ancora del calcolo o della semplice verifica. Dovendolo riassumere in poche righe, quali sono i presupposti per avere un edificio acusticamente conforme? L’unico vero presupposto per avere un edificio acusticamente conforme – ma anche confortevole – è accettare l’idea che questo tema debba essere affrontato fin da subito, dalle primissime fasi del progetto e che non si rivolge solo a destinazioni d’uso predeterminate come teatri, scuole musica, hotel. Capire che è un tema trasversale che tocca gli uffici, le residenze, i siti produttivi, le scuole, i ristoranti… ogni categoria è interessata al di là di quello che viene richiesto contestualmente alla presentazione della pratica nella modulistica unica. L’importante quindi è progettare tenendo a mente chi sarà l’utilizzatore, le sue esigenze ed aspettative affrontando temi che non riguardano solo la prestazione in dB di una struttura ma l’analisi dell’intero progetto a partire dall’orientamento dell’edificio, all’analisi del distributivo e delle interferenze e così via. Fornire la corretta informazione e garantire una assistenza continua è FONDAMENTALE. Si pensi alle esigenze di comfort e di tutela dall’inquinamento acustico nell’abitare uno spazio. Tenuto conto di questi aspetti la rispondenza alla normativa diventa una conseguenza e non l’obiettivo con risultati sicuramente migliori. Durante la sua esperienza, quali sono le maggiori criticità che ha riscontrato nella progettazione o posa di elementi costruttivi? Sia per la progettazione che per la posa in opera ho riscontrato molta resistenza da parte di Progettisti, Direttori dei Lavori o imprese nell’abbandonare alcune modalità operative impiegate fino a quel momento. Molto spesso mi sono sentita dire “Ho sempre fatto così!” quasi fosse condizione necessaria e sufficiente a non intervenire. Altra criticità riguarda l’intervento a posteriori o peggio, solo nelle ultime fasi di posa in opera dove ormai si può fare ben poco nel caso di eventuali criticità. Da un punto di vista tecnico ne potrei individuare diverse dalla carenza di pre dimensionamenti (spessori) indicati in fase preliminare alla poca cura dei dettagli costruttivi. E’ importantissimo che questi ultimi comprendano – oltre alla stratigrafia generale – anche tutti i nodi e giunti con gli altri sistemi costruttivi considerando sezioni orizzontali e verticali. I sistemi a secco – ad esempio – sono molto versatili ma anche molto insidiosi e occorre quindi un progetto esecutivo dettagliato. E’ necessaria un’accurata Direzione Lavori che sia affiancata possibilmente da uno specialista che sappia individuare le tante possibili criticità e che si assuma anche le proprie responsabilità. Un esempio ulteriore è l’utilizzo di sistemi sempre più efficienti e a basso consumo, che hanno una parte impiantistica molto importante a servizio degli interi edifici, quasi sempre collocata in esterno. Questi impianti vengono posizionati nel 70% dei casi senza fare alcuna valutazione acustica in merito al territorio e agli edifici vicini credendo che il certificato di conformità rilasciato dall’installatore sia trasversale a tutte le tematiche. Non è così affatto ed il problema non si pone solo nel residenziale, generando non poche spiacevoli sorprese. Il tema della progettazione acustica nell’edilizia scolastica è molto importante per lei, come emerge dalla lettura del volume dedicato all’acustica negli edifici pubblici. Come mai questo tema la coinvolge così tanto? Perchè la scuola è il luogo dove i nostri figli ascoltano e interagiscono con gli insegnanti, dove tessono relazioni e iniziano a costruirsi un’identità. Un luogo di crescita culturale ma anche personale. Consideriamo ora i seguenti cambiamenti che l’ambiente scolastico ha avuto rispetto a 50 anni fa: • Il rapporto studente/insegnante è differente; • Sono riconosciuti oggi diversi disturbi legati all’apprendimento e comportamentali; • Il numero di bambini immigrati è decisamente maggiore; • Sono emerse le esigenze di bambini soggetti a disabilità sensoriali o cognitive; • Ci sono le esigenze del singolo inserito in un contesto semplicemente caotico perché acusticamente inadeguato. Tutto questo per dire che le condizioni di vivibilità acustica, di comfort, della maggior parte delle scuole italiane esistenti non è assolutamente adeguato a promuovere l’attenzione e l’ascolto da parte di chi fa fatica, da parte di chi non capisce l’italiano, da parte di chi ha difficoltà a sentire, da parte di chi non riesce a concentrarsi, da parte di chi sta seduto in fondo aula ma anche da parte di chi ha il compito di parlare e trasmettere oltre che delle nozioni dei contenuti. La sensazione che provano i nostri figli è quella di una sorta di “effetto pizzeria” e dopo almeno 6 ore al giorno in “pizzeria” è facile capire come ne escano stanchi, nervosi e con le orecchie a pezzi. Deve essere chiaro al progettista che il cattivo comfort acustico inteso come scarso isolamento delle strutture interne, scarso isolamento verso l’esterno, elevato rumore di fondo legato ad impianti, elevata riverberazione creano questo disagio. Allora tutto ciò premesso io chiedo a lei: Si può parlare effettivamente di scuole innovative, buona scuola, sostenibilità se il tema legato all’acustica viene trascurato? Quanto incide la posa in opera nel corretto riscontro dei requisiti acustici? E’ veramente uno step fondamentale per il conseguimento dei risultati ma prima ancora degli obiettivi proposti. Per raggiungere gli obiettivi anche in termini acustici, dal mio punto di vista, è fondamentale che la posa in opera sia seguita da uno specialista, soprattutto in determinati contesti come la riqualificazione dell’esistente in cui non si hanno le libertà del nuovo e dove esistono molti vincoli dettati da limiti e rapporti dimensionali, spessori, pesi, attraversamenti impiantistici, forometrie e via dicendo. La posa deve essere seguita a livello quasi maniacale ed essere certi che le maestranze ti seguano e per questo, a volte è necessario imporsi. Ovviamente è un lavoro di squadra con la Direzione Lavori con i progettisti e i diversi capicantiere che hanno sempre qualcosa da aggiungere in termini di esperienza. Spesso vi è una certa resistenza naturale per tempistiche, costi e assenza di considerazione. Non sempre per fortuna. Tuttavia ampliare il tavolo dovrebbe significare anche uno sgravio di responsabilità e una condivisione di intenti oltre che di risultati perseguibili. Il tema sull’acustica che lei analizza è talmente vasto che non si può ridurre solo agli ambiti del residenziale e a quello degli edifici pubblici. Ho letto infatti il suo ultimo articolo che analizza l’acustica negli uffici e negli edifici a carattere direzionale. Potrebbe raccontarci qualche aspetto? Se consideriamo il tema “progettazione uffici” intendendo l’edificio come involucro possiamo tranquillamente accostarci a quanto detto in precedenza sull’importanza della progettazione acustica e del dialogo tra tutti gli attori della progettazione e cantierizzazione. Si aggiunge però una considerazione importante che riguarda la condivisione degli spazi e del contemperamento delle diverse funzioni svolte all’interno degli uffici o open plan offices. Una considerazione che potrebbe finire con comfort acustico e potrebbe iniziare con maggior produttività, benessere, minor stress. In questo ebook parlo di uffici ma il tema può essere esteso ad altre destinazioni d’uso. Tenute buone le distanze prossemiche tra le postazioni lavorative spesso non si considera nel progetto (e quindi non viene neanche trasmesso al committente) che le persone che occuperanno quelle postazioni disegnate graficamente parleranno, riceveranno telefonate, si muoveranno, avranno bisogno di concentrazione, dovranno interagire con colleghi…e così ogni persona che sulla carta non è disegnata. Se si pensa di risolvere tutto con uno screen o con due pannelli fonoassorbenti sopra le postazioni ritorniamo a quanto detto poco fa. Considerando il comfort acustico qualcosa di estraneo, che si può aggiustare e che dipende dalla presenza di un materiale. Parlo di aspetti legati al comfort acustico e quindi di aspetti non obbligatori per legge (senza voler entrare nel tema dell’edilizia pubblica). Tenere a mente queste necessità, trasferirle al progettista in tempi utili, significa informare a propria volta la Committenza di un aspetto importante che potrà o meno considerare nel progetto e recepire nel contratto ottenendo le giuste garanzie. Leggi la Guida “Progettazione acustica degli open space: consigli e regole d’oro” firmata dalla stessa autrice Denise Borsoi. Uno dei principali problemi che personalmente riscontro quando viaggio e dormo in un hotel è la scarsa attenzione all’isolamento acustico delle camere. Mi sa dire come mai non viene preso in considerazione questo aspetto che dovrebbe invece essere il primo? Devo dire che, per fortuna, da quando esistono le “recensioni” il tema dell’isolamento acustico tra le camere è un po’ più “sentito” nelle strutture ricettive. Qualche guida turistica o dedicata all’hotellerie si è attivata inserendo punteggi per il comfort acustico. E’ un processo lento che investe soprattutto le strutture di un certo livello. Mi duole dirlo ma in questo caso la leva economica per gli investitori è importante. Avere un albergo firmato da un archistar o interior di successo con isolamento acustico pessimo non sarebbe un gran biglietto da visita e gli ospiti non perdonano. Ogni camera, suite o appartamento ha una propria capacità reddituale che viene penalizzata ovviamente da rating bassi per diversi aspetti, non solo acustici. In zone estremamente turistiche probabilmente dove si dà più importanza alla quantità può essere un tema trascurato ma credo che le strutture ricettive in genere i stiano sempre più attivando in termini di “considerazione” per la progettazione acustica. Questo ovviamente è un trend in crescita solo negli ultimi anni. Un’arma vincente che consiglio spesso agli investitori è la redazione di un capitolato prestazionale come documento contrattuale per garantire prestazioni minimali e il giusto comfort non solo alle camere ma anche agli spazi comuni. La normativa in questo ambito è molto controversa e lacunosa ad accezione di eventuali disposizioni regionali/provinciali da verificare di volta in volta. Inoltre, per complessità progettuale e tecnica cautelarsi con una richiesta preliminare specifica redatta dal proprio specialista (come del resto fanno correntemente le catene più importanti) è molto importante proprio per l’assenza di riferimenti di qualità e per contenere “i furbetti” visto che le insidie che attraversano il progetto, il cantiere fino all’apertura sono tante. In questa destinazione d’uso più di altre è necessario un dialogo serrato con i diversi attori della progettazione e direzione lavori. Anche nei ristoranti l’aspetto acustico è abbastanza “scottante”, perdoni il gioco di parole. Mi ha infatti anticipato che questo sarà probabilmente uno dei prossimi volumi pubblicati. Potrebbe però darci una piccola anticipazione? Quello che mi stupisce in modo particolare è che difficilmente nasce un ristorante o un esercizio pubblico trascurato nel look estetico. Eppure se il locale apre e iniziano a entrare gli ospiti il problema acustico diventa evidente. Bisogna dare un nome e un cognome alle cose. Le difficoltà nel comunicare all’intero del locale (lo si può capire semplicemente dalla postura), il fastidio che dopo un po’ si avverte, la stanchezza e a volte il mal di testa, il brusio alto e il vociare a livelli esponenziali sono tutte conseguenze della carenza di comfort acustico e da una progettazione poco attenta a partire dal posizionamento dei tavoli e del numero di avventori. Nel volume sulla progettazione acustica per l’edilizia ricettiva vi è una parte dedicata al comfort acustico indoor dei ristoranti ma il tema sarà con tutta probabilità trattato in modo più esaustivo in un altro volume dedicato (esterno alla collana) in corso di progettazione. Il tema difatti non è solo quello del comfort acustico indoor ma anche la prevenzione di altri aspetti che se trascurati possono recare disturbo alla popolazione. Si pensi che in Germania vengono stanziati finanziamenti a fondo perduto per i locali che intervengono migliorando l’isolamento acustico della propria struttura a favore di terzi. Anche su questo (solo per considerazione) siamo un pochino indietro. Per concludere, so che sta proprio ora scrivendo l’ultimo ebook di questa collana: una Guida ai Materiali, ovviamente orientata anche questa ai progettisti. Conferma? Si, esatto. Questa guida non sarà orientata solo ai progettisti ma ad una platea più ampia. L’ebook esamina le caratteristiche dei materiali e delle diverse prestazioni da ricercare ai fini della corretta progettazione acustica. Sarà diviso per categorie e per ognuna ci sarà una breve introduzione tecnica con taglio molto pratico dedicato alla posa e alle prestazioni cui porre più attenzione seguita da una serie di schede che riassumono i diversi tipi di prodotti in commercio e le loro caratteristiche. Le schede saranno completate semplicemente con dati tecnici escludendo commenti sulla bontà tecnica del prodotto che comunque è variabile a seconda del caso. In questo modo sarà più facile effettuare confronti e rivolgersi poi al produttore per il caso concreto nel caso di scelta. Una sorta di stradario dei diversi materiali con una sezione decisamente ampliata per quel che riguarda i materiali per il fonoassorbimento. Il volume in questo senso pensato sia per la divulgazione digitale che cartacea è innovativo e si pone finalmente l’obiettivo di metterle “in fila” tantitissimi materiali utili alla progettazione acustica rendendoli disponibili uno di seguito all’altro con le prestazioni che interessano sia il progettista che il tecnico acustico o il redattore di capitolati. Sono molto entusiasta di questo progetto.
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