Roberto Gabetti e
Aimaro Oreglia d’Isola lavorano all’
Unità Residenziale Ovest di Ivrea tra il 1968 e il 1971. Sono incaricati di progettare un nuovo complesso abitativo destinato ai nuovi assunti e ai laureati dipendenti Olivetti. I suoi spazi hanno sono anche destinati all’ospitalità temporanea dei trasfertisti.
L’Unità Ovest è una
struttura ipogea che per questa sua caratteristica è stata soprannominata ‘
Talponia’ dagli eporediesi. Fa parte del patrimonio architettonico e urbano entrato nel 2018 nella
lista Unesco sostenuta dalla candidatura “
Ivrea, città industriale del XX secolo“. Prende forma nel
quartiere Castellamonte, area occidentale della parte terminale di via Jervis. I volumi scavano dentro il terreno, mimetizzandosi in un paesaggio parzialmente disegnato dalla mano dell’uomo.
Il quartiere Castellamonte
La funzione residenziale di Talponia conferma la vocazione del
quartiere all’interno del progetto di sviluppo industriale e urbano avviato da Adriano Olivetti ad Ivrea. La sua vicinanza alle Officine ICO nel 1940 porta le prime sette case a schiera realizzate per i dipendenti dell’azienda. Il loro progetto è sviluppato da
Luigi Figini e Gino Pollini, che lavorano a soluzioni abitative per famiglie numerose e in parallelo impostano gli ampliamenti della fabbrica e il progetto dell’asilo nido.
Tra 1950 e 1956 è la volta di
Marcello Nizzoli e Gian Mario Olivieri, impegnati nell’ampliamento del quartiere. Gli architetti milanesi progettano due edifici a quattro alloggi (1950), ai quali seguono sei villette unifamiliari con giardino per i dirigenti dell’azienda (1950-52). Nel 1956 completano l’ultimo edificio residenziale, la casa a diciotto alloggi, di fronte all’area che nel 1988 verrà occupata dal Palazzo Uffici Due di Gino Valle.
Tutti gli edifici residenziali del quartiere Castellamonte, Talponia compresa, sono ancora oggi abitati.
Unità Residenziale Ovest, un crescent ipogeo
L’Unità Residenziale Ovest completa il gruppo delle residenze Olivetti nel quartiere Castellamonte. Si posiziona alle spalle delle ville per i dirigenti di Nizzoli e Olivieri, al di sotto della collina occupata da Villa Casana e dal suo parco. Questa ex residenza nobiliare dal 1987 ospita l’Archivio Storico Olivetti ed è la sede eporediese della Fondazione Adriano Olivetti, costituita nel 1962 per portare avanti l’illuminato progetto avviato dall’imprenditore.
I progettisti torinesi adattano un modello architettonico su cui molti altri architetti contemporanei stanno lavorando in varie parti del mondo. Gabetti e Isola realizzano la loro
evoluzione ipogea del crescent, intervento residenziale rivolto verso il verde che prende forma seguendo l’andamento di una corona circolare.
L’architettura sotterranea di Talponia si nasconde completamente in un verde paesaggio parzialmente artificiale. La sua
mimesi è evidente fin dall’avvicinamento, sia pedonale che carrabile. Il complesso è quasi impercettibile arrivando da via Carandini e risalendo lungo il pendio erboso che termina alla sua sommità.
Due soli sono i segni della sua presenza, progressivamente evidenti. Una serie di
piccoli e cadenzati cupolini in perspex emerge dal pendio per aerare e illuminare la corsia di movimento delle auto nel parcheggio-garage interno. Sul limite dell’intervento, una
balaustra trasparente consente invece un libero affaccio su un anfiteatro verde garantendo al contempo la vista e la privacy a tutti i suoi abitanti. Una pavimentazione galleggiante in lastre di pietra naturale chiara riveste l’estradosso del solaio piano di copertura, rendendolo calpestabile.
L’organizzazione interna
La sperimentazione degli architetti torinesi non si esaurisce nella modulazione di un modello architettonico. L’Unità Residenziale Ovest contiene al suo interno
82 alloggi riconducibili a due distinte tipologie. I
simplex hanno una superficie di 45 mq disposta su un solo piano, mentre i
duplex arrivano a 90 mq collegati internamente da una scala. Tutte le unità hanno un
unico affaccio esterno che, rivolto al tappeto erboso, converge verso il centro della corona circolare.
La funzione per cui le residenze di Talponia sono progettate produce
appartamenti standard e già completamente
arredati con mobili su misura disegnati dai suoi progettisti.
Un
curtain wall di vetro e alluminio, curvo e continuo, definisce l’unica e continua facciata. Questa è completamente trasparente e scandita dalla ripetizione di moduli identici. Il fronte si estende per una lunghezza di quasi 300 metri e un’altezza di due piani.
La parte posteriore della planimetria dell’edificio è cieca e destinata alle connessioni. Corridoi, collegamenti verticali e corselli carrabili consetono il movimento di persone e vetture al suo interno.
Le autovetture hanno a disposizione due accessi ben nascosti. Posizionati ai due estremi del
crescent, consentono l’ingresso e l’uscita dei veicoli secondo un flusso interno rigorosamente a senso unico. Gli ingressi danno anche accesso al parcheggio, a sua volta punto di partenza per i vani scala e i corridoi di distribuzione interni.