Architettura

Le opportunità progettuali dell’IA ci sono, ma sono molte anche le sfide etiche

Tra progettazione, ottimizzazione energetica e gestione di cantiere, l’IA è uno strumento e non può sostituirsi a pensiero critico e responsabilità sociale
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Le opportunità progettuali dell’IA ci sono, ma sono molte anche le sfide etiche

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha iniziato a influenzare in modo significativo numerosi settori, dalla medicina alla finanza, dall’industria manifatturiera al design: anche l’architettura e la progettazione architettonica stanno vivendo una trasformazione profonda grazie all’introduzione di strumenti intelligenti in grado di affiancare l’uomo nelle fasi creative, analitiche e anche operative del progetto.

Tra pro e contro, timori e aiuti, l’obiettivo non è quello di sostituire l’architetto, ma potenziarne le capacità attraverso nuovi strumenti che sono in grado di ‘aumentare’ la progettazione e la sua portata.

L’IA, con enormi margini di crescita ma altrettanto grandi implicazioni, rappresenta oggi uno degli strumenti più promettenti per innovare i processi creativi, migliorare le performance degli edifici e supportare una progettazione più efficiente e sostenibile. Ed è già presente in molteplici campi.

Intelligenza artificiale e architettura: la progettazione generativa

Uno dei campi più maturi è la progettazione generativa, in cui algoritmi di IA generano automaticamente soluzioni progettuali sulla base di vincoli funzionali, strutturali o ambientali. Si tratta di un processo iterativo che consente di esplorare una molteplicità di alternative ottimizzate, spesso impossibili da elaborare manualmente.

Un esempio sono le possibilità offerte da Spacemaker AI (ora parte di Autodesk), che viene già utilizzato per valutare rapidamente il potenziale edilizio di un lotto. Il software analizza parametri come esposizione solare, rumore, distanza tra edifici, ottimizzando in pochi minuti ciò che potrebbe richiedere settimane di lavoro. Anche la piattaforma open-source Hypar consente di costruire “motori progettuali” intelligenti che producono layout architettonici e urbanistici parametrici. È usata, ad esempio, per generare schemi di distribuzione interna di uffici e residenze sulla base di metriche di efficienza e benessere.

Supporto nella progettazione urbana e sostenibilità

La capacità dell’IA di analizzare enormi quantità di dati su, ad esempio, clima, mobilità, densità abitativa e modelli di traffico per simulare scenari è di grande utilità alla progettazione urbana e supporto a decisioni strategiche.

Un caso interessante è quello del progetto Sidewalk Toronto (poi interrotto), in cui Alphabet, holding di Google, aveva sviluppato modelli predittivi per pianificare quartieri intelligenti dotati di sistemi adattivi di controllo climatico, illuminazione e gestione energetica. Nel contesto europeo, AI4Cities, iniziativa finanziata dall’Unione Europea, ha coinvolto città come Amsterdam, Helsinki e Parigi nell’utilizzo di AI per ridurre le emissioni urbane attraverso la gestione intelligente dei trasporti e dell’efficienza energetica degli edifici pubblici.

Ottimizzazione energetica e comportamento degli edifici

Uno degli ambiti più pratici di applicazione dell’AI riguarda la simulazione delle prestazioni energetiche. Software come EnergyPlus o Ladybug Tools, integrati con sistemi di machine learning, permettono di simulare l’efficienza energetica di edifici in diverse condizioni climatiche e di suggerire miglioramenti in tempo reale durante la progettazione.

In questo senso, alcuni studi stanno sperimentando l’uso dell’IA per anticipare i bisogni energetici degli utenti sulla base del loro comportamento, migliorando così il controllo degli impianti HVAC e l’automazione degli edifici. Nel caso di edifici esistenti, l’IA può anche essere utilizzata per analizzare dati da sensori IoT e proporre retrofit mirati, come già avviene in diversi progetti pilota legati al concetto di “smart building”.

Progettazione interattiva e coinvolgimento degli utenti

Strumenti come Midjourney o DALL·E, nati come generatori di immagini, vengono ora usati in architettura per esplorare visioni concettuali attraverso prompt testuali. Questi strumenti sono impiegati sia per la creazione di moodboard che per l’elaborazione di ispirazioni formali e materiche.

Nel campo del retail e del design d’interni, molte aziende stanno sperimentando applicazioni IA per personalizzare il layout e l’estetica degli ambienti in funzione delle preferenze del cliente, partendo da foto, planimetrie o dati biometrici.

Costruzione e controllo di cantiere

L’IA sta trasformando anche la gestione del cantiere. L’impiego di computer vision consente di confrontare lo stato di avanzamento con i modelli BIM in tempo reale. Sistemi come Buildots utilizzano videocamere montate su caschi da cantiere per monitorare la corrispondenza tra progetto e costruzione, segnalando difformità o ritardi.

Allo stesso tempo, robotica e stampa 3D in edilizia si affidano all’intelligenza artificiale per costruire in modo automatizzato strutture complesse: un esempio è il progetto MX3D ad Amsterdam, che ha realizzato un ponte in acciaio stampato in 3D e monitorato da sensori intelligenti.

Intelligenza Artificiale e BIM nell’architettura

Questo dialogo è una delle aree con più alto potenziale. Sistemi basati su AI possono analizzare modelli BIM per estrarre informazioni chiave, suggerire soluzioni alternative o generare automaticamente dettagli costruttivi.

Software come Allplan stanno già implementando strumenti predittivi per valutare la sostenibilità di materiali, prevedere costi di manutenzione o facilitare il controllo qualità nella fase esecutiva.

Sfide etiche e critiche emergenti

L’adozione diffusa dell’IA pone anche importanti questioni etiche molto lontane dallo scioglimento. Riguardano l’autorialità di un progetto generato, anche solo in parte, da una macchina e possibili influenze culturali e sociali sui dati utilizzati per addestrare gli algoritmi, ma anche sulla comprensione stessa dei processi decisionali dell’IA.

La cautela rimane d’obbligo, perché uno dei punti fermi è che l’IA deve restare uno strumento al servizio della creatività per progettare spazi più intelligenti e umani. Non può sostituirsi al pensiero critico e alla responsabilità sociale dell’architettura.

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