Giò Ponti, il genio italiano
La carriera di Gio Ponti, uno dei più grandi designer del 20° secolo, parte attiva nel rinnovamento del design italiano dopo la guerra, è oggetto di una retrospettiva a Parigi (Galerie du Passage – 20/26, galerie Vero-Dodat), in programma fino al 18 aprile 2009.
La retrospettiva rivela una serie di opere realizzate tra il 1925 e il 1970, accompagnate da disegni originali e fotografie d’archivio di progetti architettonici, prestati per l’occasione.
{GALLERY}Gio Ponti è, tra l’altro, famoso in quanto ideatore della famosa macchina espresso “la Pavoni”. Esportata in tutto il mondo, è diventata il simbolo della “Dolce Vita” per migliaia di adolescenti. Nominato direttore della Seconda Biennale di Monza, nel 1925, vi rimase fino alla sua morte nel 1979. Grazie a lui, tale evento, spostato dal 1933 a Milano e rinominato Triennale d’arte e d’architettura moderna, è diventata un luogo privilegiato per osservazione dell’innovazione a livello internazionale. Nel frattempo, egli creava la rivista di architettura Domus, ancor oggi pubblicata, e scopriva le opere di Charles Eames o Piero Fornasetti, con il quale ha elaborato molti progetti. Nel 1955, progettava con l’ingegnere Pier Luigi Nervi la famosa Torre Pirelli di Milano (127 m), un’associazione di modernità e tradizione, divenuta il suo marchio.
Tra le sue più importanti realizzazioni, Villa Arreaza a Caracas (Vénézuela) nel 1956; l’Hotel Parco de Principi a Milano e a Roma nel 1964; la Cattedrale di Taranto nel 1970 e Art Museum a Denver (USA) nel 1971.
Architetto, designer, autore e insegnante, fu anche l’iniziatore di un vocabolario stilistico ora assimilato nel mondo del design, e che ha influenzato i designer italiani e internazionali contemporanei. Per questo motivo la galleria ha inserito nella retrospettiva anche pezzi di design italiano ispirato dallo stile di Ponti, mostrando quindi la portata e l’impatto delle concezioni del progettista.
