Architettura

“Fare spazio”: soluzioni progettuali per la scuola ai tempi del Covid

Superando le riduttive proposte dei polemizzati banchi su rotelle, Fondazione Agnelli e Politecnico di Torino elaborano un dossier con 14 proposte concrete per aiutare gli istituti a riorganizzarsi in modo temporaneo e reversibile
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“Fare spazio”: soluzioni progettuali per la scuola ai tempi del Covid
Sembra ormai ufficiale che le scuole riapriranno in tutto il paese il 14 settembre. L’emergenza conseguente all’arrivo del Coronavirus non è superata. Il mondo della formazione deve fare i conti con il contenimento del contagio e una didattica che non può più essere somministrata a distanza. I temi che si intrecciano sono molti, la maggior parte dei quali già noti. Spaziano dalla necessaria limitazione del rischio al degrado in cui versano strutture obsolete e bisognose di interventi. Le scuole richiedono manutenzione, ordinaria e straordinaria, ma soprattutto riprogettazione di spazi, funzioni e attività. Le criticità variano anche in funzione del livello scolastico, con maggiori difficoltà per i bambini più piccoli, e della tipologia di scuola, se pubblica o paritaria. Si allargano alle non secondarie responsabilità di dirigenti-datori di lavoro nei confronti di personale docente e di supporto che dovrà rispettare rigidi protocolli e indossare i dpi. Sullo sfondo, il grande e indispensabile valore sociale e aggregativo della scuola dimostrato in negativo dal lockdown.

La riprogettazione degli spazi: poche regole, pochi soldi e maglie larghe in mano agli istituti

Le più recenti disposizioni emanate dal Comitato tecnico scientifico (CTS) della Protezione Civile sono state approvate il 26 maggio, sempre soggette a revisioni e modifiche. Fissano per la riprogettazione degli spazi poche regole dalle maglie larghe e limitate, stese da un gruppo di esperti purtroppo privo di architetti e progettisti. Unica guida per la ridefinizione degli spazi sembrano essere gli indici di affollamento, basati sul distanziamento minimo di almeno 1 metro che diventano 2 metri nelle palestre chiuse. A questi si aggiunge il ricambio d’aria esterna, già tuttavia stabilito dai regolamenti d’igiene. Il documento introduce anche una rimodulazione di arredi e banchi. Riassumendo le dimensioni minime per ogni livello scolastico, arriva a suggerire per le scuole medie e superiori l’introduzione di sedute ‘innovative’ mobili su 5 rotelle. È stata così bandita una gara per l’acquisto di nuovi banchi, dotati di sedute integrate. Al di là delle molte ironie, la procedura dà semplicisticamente prosieguo a linee guida generiche. Le indicazioni lasciano grandi nodi insoluti nelle mani di istituti che dovrebbero essere maggiormente supportati da un vero accompagnamento progettuale e risorse certe. Perché gli spazi per azioni progettuali diversificate e innovative sono moltissimi.

Fare spazio: le proposte di Fondazione Agnelli e Politecnico di Torino

La torinese Fondazione Agnelli è un’istituzione da sempre in prima linea sul fronte educativo e scolastico. Insieme a Compagnia di San Paolo e Comune di Torino ha gestito “Torino fa scuola”, primo innovativo e premiato concorso di progettazione che ha trasformato due scuole nella città di Torino. Proseguendo sulla strada da tempo tracciata, ha avviato una collaborazione con il Future Urban Legacy Lab (FULL) del Politecnico di Torino che ha portato alla pubblicazione del più efficace dossier “Fare spazio”. Il documento vuole essere un piccolo prontuario a disposizione degli istituti con cui offre proposte e idee progettuali per una trasformazione leggera e reversibile di molte tipologie di ambienti. Trasformazione che porta a suggerire anche la possibilità di un impiego migliore di limitate risorse pubbliche.

Le linee guida

Le proposte sono sviluppate seguendo tre idee guida. La prima è la tempestività degli interventi, che devono essere realizzabili nel poco tempo a disposizione. La realizzabilità con risorse limitate e la temporaneità sono le indispensabili seconda e terza. Il dossier considera gli edifici come organismi costituiti di parti integrate, in cui la modifica di relazioni e funzioni consente di creare lo spazio richiesto dai nuovi e transitori indici di affollamento. “Fare spazio” si concentra sulle aule, che occupano meno del 30% delle superfici scolastiche complessive, ma soprattutto sui molti altri spazi che, interni ed esterni, potrebbero essere utilizzati in modo più proficuo in questo difficile momento storico. Punto di partenza è un’analisi tipologica che relaziona le scuole italiane (a blocco, s pettine, a padiglioni, a piastra e a corte) alle diverse ‘risorse di spazio’ messe potenzialmente a disposizione dalla loro morfologia edilizia.

14 idee progettuali per 7 dispositivi

Le idee progettuali proposte sono 14. Dalla ridistribuzione degli spazi didattici di grandi dimensioni alla riorganizzazione di mense, palestre e aule magne, si affronta la riconversione di corridoi e spazi distributivi. L’azione si sposta quindi all’esterno, dove vengono proposte riorganizzazioni di percorsi e la predisposizione di nuove aree per l’attesa e la didattica. 7 sono infine i dispositivi che, con differenti costi e reversibilità, rendono possibili le trasformazioni. Dalla segnaletica agli impianti, sono presi in considerazione gli arredi (che sono solo una parte di un tutto più ampio), i pannelli divisori si svariati tipi e le coperture.

Uno sguardo all’estero

Alcuni dei protocolli di sicurezza validi oggi all’estero confermano le specificità di singoli istituti. Le indicazioni di massima date da linee guida guardano principalmente all’aspetto sanitario e alla prevenzione del rischio contagio. Come in Italia, sono indicazioni in continuo aggiornamento, sempre passibili di modifiche e integrazioni in base all’evoluzione della situazione. Abbiamo preso le esperienze di Francia, paese per molti versi simile all’Italia, e Regno Unito, la cui gestione dell’epidemia ha invece spesso generato polemiche.

Francia

Le scuole riapriranno l’1 settembre adattandosi ai contenuti della “Guide relatif au fonctionnement des ecoles et etablissements scolaires dans le contexte covid-19”. La Guida si concentra soprattutto sulla definizione degli affollamenti massimi degli spazi. Questi sono calcolati considerando il mantenimento della distanza minima interpersonale di 1 metro, senza obbligo di mascherina al chiuso. Nessun cenno a particolari nuovi arredi, con i vecchi citati solo nelle indicazioni relative alle corrette pulizia e disinfezione. Come in Italia, tutti gli spazi delle scuole possono essere modificati e utilizzati temporaneamente per ospitare funzioni diverse da quelle originarie. Dove il distanziamento minimo non è possibile, per la conformazione degli spazi ma anche degli arredi, tutti gli over 11 anni avranno l’obbligo di indossare una mascherina anche in classe.

Regno Unito

Anche qui le scuole riapriranno l’1 settembre. Le regole sono riassunte nella “Guidance for full opening” dedicata alle scuole e lasciano nelle mani degli istituti e delle loro valutazioni dei rischi la gestione delle riaperture. Il mantenimento della distanza di 2 metri, quando possibile, è fortemente raccomandato. Questa indicazione vale soprattutto per gli insegnanti e il personale adulto in generale, da mantenere sia fra di loro che verso gli studenti. L’utilizzo delle mascherine non è obbligatorio. Riguardo ai banchi, si suggerisce di disporli tutti nella stessa direzione. Riguardo agli edifici, è possibile modificare temporaneamente utilizzi e funzioni degli spazi, anche se il governo al 27 luglio valuta che la situazione alla riapertura sarà quasi normale. Il documento rimanda per tutto il resto alle linee guida del Chartered Institute of Building Services Engineers.
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