Architettura

Duomo di Orvieto, i 12 Apostoli su solide basi dopo 120 anni

Grazie al progetto dell'ENEA dopo 120 anni le 12 statue degli Apostoli tornano nel Duomo di Orvieto, dotate di dispositivi antisismici nei basamenti
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Duomo di Orvieto, i 12 Apostoli su solide basi dopo 120 anni
Nel già magnifico Duomo di Orvieto fanno il loro ritorno dopo ben 120 anni le statue dei 12 Apostoli e dei 4 Santi protettori, grazie anche alle nuove tecnologie che ENEA – Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico-sostenibile ha appositamente studiato per garantirne la sicurezza sismica. I ricercatori di ENEA hanno lavorato in particolare sui basamenti delle statue. “Sono stati ricostruiti con frammenti dei materiali originali e soluzioni per migliorarne il comportamento sismico“, ricorda Gerardo De Canio, curatore dei lavori. “Inoltre, abbiamo eseguito interventi per la riduzione della massa sismica, l’ancoraggio dei pilastri al pavimento e il posizionamento a filo del plinto di base dei pilastri”, ha precisato lo studioso del laboratorio Tecnologie per la Dinamica delle Strutture e la Prevenzione del rischio sismico e idrogeologico’ di ENEA.

Le fasi del progetto per il Duomo di Orvieto

Scienza e tecnologia ancora una volte protagoniste nel mondo dell’arte, che accoglie ben volentieri le nuove soluzioni a tutela del nostro patrimonio artistico e culturale, come nel caso del progetto ADAMO, anch’esso targato ENEA. Per il Duomo di Orvieto i ricercatori ENEA guidati da De Canio hanno pensato a delle soluzioni che riguardassero sia i materiali da adoperare sia i meccanismi volti ad assicurare la stabilità delle sculture in caso di evento sismico. Intensa e lunga la fase di analisi strutturale, precedente al riposizionamento delle statue degli Apostoli e dei Santi. Dopo questa fase sono iniziate le azioni di consolidamento e miglioramento della risposta sismica sia degli elementi ‘decorativi’ – le statue – sia degli elementi strutturali. Infatti, il progetto si è sviluppato su un duplice fronte:
  • progetto dei basamenti antisismici per le statue dell’Annunciazione, ricollocate all’interno del Duomo nel mese di marzo, progetto delle basi delle statue dei dodici Apostoli e dei quattro Santi protettori;
  • progetto degli interventi per l’ottimizzazione del comportamento sismico di macro-elementi strutturali del Duomo.
Le due sculture dell’Annunciazione risalenti al ‘600, opera di Francesco Mochi, dopo tre secoli ai lati dell’altare, nell’800 furono trasferite e collocate nei sotterranei del Duomo insieme a quelle degli Apostoli e dei Santi protettori, per poi essere esposte per un breve periodo nella Chiesa di Sant’Agostino di Orvieto. Il Duomo le rivede finalmente dopo 120 anni, con il grande ritorno, prima del gruppo dell’Annunciazione a marzo, ora delle restanti opere.

I dispositivi antisismici nel Duomo di Orvieto

L’ENEA ha già dimostrato in passato le proprie competenze in tema di sicurezza sismica nell’ambito dei beni culturali e artistici, con l’intervento sui Bronzi di Riace. Per le celebri statue esposte nel Museo Nazionale di Reggio Calabria si era optato per l’installazione di dispositivi antisismici di tipo passivo. Questa volta la scelta è ricaduta sia su sistemi passivi che semipassivi. I meccanismi passivi massimizzano l’isolamento sismico, mentre quelli semipassivi reagiscono tempestivamente al primo segnale di terremoto sbloccando il piedistallo e attivandone la funzionalità antisismica.

I materiali scelti e il meccanismo

Anche la scelta dei materiali ha giocato un ruolo importante. Per i Bronzi di Riace fu utilizzato il marmo, per il Duomo della città umbra l’acciaio. Medesimo però il meccanismo, del tipo a doppio pendolo, costituito da due calotte sferiche che rotolando riescono a massimizzare l’isolamento.
duomo di orvieto dettaglio basamento antisismico

Il basamento antisismico utilizzato nel Duomo di Orvieto per le statue dei 12 Apostoli

L’isolamento sismico di opere architettoniche e civili è una soluzione ormai da decenni studiata dall’ingegneria sismica per ridurre la frequenza della vibrazione della struttura, portandola ad un valore il più basso possibile rispetto alla frequenza registrata invece nel terreno. In sostanza si ottiene un disaccoppiamento della frequenza della struttura da quella del terreno. Si evita così il fenomeno della risonanza. L’isolamento consiste in genere in ‘cuscinetti’. Hanno un posizionamento preciso, di solito tra le fondazioni e il corpo soprastante. Il principio è lo stesso: sia che si tratti di edifici, di ponti, o come in questo caso, di statue.

Le prove effettuate da ENEA

Le statue, ben isolate grazie ai dispositivi inseriti nei loro basamenti, si comportano quindi come corpi rigidi in grado opporre resistenza agli effetti del sisma. Per sperimentare l’efficacia delle basi, i test sismici  hanno visto l’utilizzo della tavola vibrante. È una particolare apparecchiatura in grado di simulare le sollecitazioni indotte da un terremoto. Per eseguire il test, sulla tavola si posiziona in genere un modello. Questo è sottoposto a movimenti molto simili a quelli di un reale terremoto. In questo modo, attraverso dei sensori, è possibile studiarne il comportamento dinamico e agire preventivamente laddove sia necessario.
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