Architettura

David Chipperfield per la Neue Nationalgalerie di Berlino

L’architetto britannico rafforza il suo legame con la capitale tedesca confrontandosi con un gigante dell’architettura contemporanea, Ludwig Mies van der Rohe. Il progetto di restauro e adeguamento riaprirà l’edificio-icona la prossima estate (Covid-19 permettendo)
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David Chipperfield per la Neue Nationalgalerie di Berlino
David Chipperfield ha completato il progetto di restauro e rifunzionalizzazione della Neue Nationalgalerie di Berlino. L’architetto britannico è intervenuto sul capolavoro progettato da Ludwig Mies van der Rohe tra 1962 e 1968 nel Kulturforum di Berlino Ovest. Il museo rinnovato dovrebbe riaprire al pubblico la prossima estate.

Il Kulturforum, centro culturale della Berlino Ovest

David Chipperfield interviene su un edificio storico, sottoposto a tutela, divenuto a pieno titolo una delle più importanti icone dell’architettura contemporanea. La Neue Nationalgalerie di Berlino è realizzata dall’architetto più influente del XX secolo, insieme a Le Corbusier e Frank Lloyd Wright. È l’unico edificio su cui lavora il tedesco Mies van der Rohe in Germania dopo la seconda guerra mondiale. L’ultimo direttore del Bauhaus si trasferì infatti negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni trenta per sfuggire all’ascesa del nazismo. La Neue Nationalgalerie viene realizzata nel quartiere di Tiergarten, alle spalle di Postdamerplatz, della porta di Brandeburgo e vicina al Muro, come parte integrante del Kulturforum. Questo nuovo centro culturale, eretto a partire dagli anni cinquanta, dota la parte ovest di Berlino di importanti funzioni perse con la divisione dalla parte orientale. La modernità della sua architettura è funzionale al distretto ma anche a fare mostra dell’avanzamento del mondo ‘occidentale’, contrapposto a un blocco ‘orientale’ qui vicinissimo. Il Kulturforum raccoglie musei dedicati alle arti e la Philharmonie e la Staatsbibliothek progettate in due lotti attigui da Hans Scharoun tra la fine degli anni cinquanta e la metà degli anni settanta.

Ludwig Mies van der Rohe e la Neue Nationalgalerie

Viene realizzata con la finalità di esibire l’arte del XX secolo. Gli spazi espositivi si sviluppano nel sottosuolo, segnalati in superficie dal padiglione in acciaio e vetro che realizza l’ingresso e diventa luogo per mostre temporanee. Il progetto ripete uno schema progettuale ampiamente studiato e utilizzato dall’architetto tedesco. Realizza una scatola di acciaio e vetro a un piano fuori terra chiusa da una copertura quadrata, piana e aggettante, sostenuta da otto pilastri metallici. Le chiusure verticali sono arretrate e completamente vetrate e aprono su una grande terrazza esterna. La continuità tra esterno e interno è massima. La trasparenza estrema è funzionale anche a portare la massima quantità di luce possibile all’interno. Il rigore delle forme e la precisa scelta dei materiali rendono razionale e minimale un edificio dalle tipologie geometriche ridotte al minimo. Nella Neue Nationalagelrie la struttura diventa architettura e lo spazio viene completamente liberato.

David Chipperfield: il restauro del contemporaneo e l’ammodernamento

I danni e l’utilizzo intenso dei suoi cinque decenni di vita hanno portato la necessità di un intervento di restauro e rifunzionalizzazione della Neue Nationalgalerie. Il progetto doveva essere particolarmente attento ad equilibrare le istanze del restauro dell’architettura contemporanea e le richieste di un uso quotidiano aggiornato e contemporaneo. Il programma affidato a Chipperfield ha compreso quindi l’intervento di recupero dell’architettura, delle sue strutture e dei suoi materiali, e la riorganizzazione di parte dei quoi 13.900 mq con alcuni nuovi spazi. Fil rouge dell’intervento sono stati quindi l’ammodernamento e la massima preservazione dell’esistente, dei suoi caratteri, strutture e materiali. Consapevolezza di Chipperfield è che l’architettura non dovesse essere riletta né reinterpretata da un progetto che tuttavia consentisse i necessari adeguamenti impiantistici, tecnologici e antincendio. Anche la fruibilità della galleria doveva essere migliorata con facilities più moderne per i visitatori e percorsi completamente accessibili.

Un progetto in tre fasi

La realizzazione del progetto è proceduta per fasi successive. La prima ha compreso lo smontaggio e la conservazione degli elementi da riutilizzare, tra cui infissi in legno, rivestimenti in pietra ed elementi per l’illuminazione, che sono stati rimontati successivamente dotati di luci a LED. E poi la bonifica e lo smantellamento e l’eliminazione di quanto non necessario. L’intervento di restauro, particolarmente apprezzabile nella parte fuori terra, è stato realizzato nella seconda fase. Partito da un attento studio del progetto originario, è stato minimale e necessario. Ha comportato opere finalizzate anche al miglioramento delle prestazioni energetiche e interventi di manutenzione su materiali e strutture. I pannelli di vetro della teca esterna sono stati sostituiti con 1.600 mq di nuovi pannelli. È stata rivista una parte dei cordoni di saldatura delle strutture metalliche e il cemento armato ammalorato è stato sostituito. Il progetto ha riportato alle condizioni originali anche l’area esterna, con il giardino vegetale e delle sculture. Sono stati piantumati nuovi aceri saccarini e spini di Giuda. La terza e ultima fase ha compreso l’allestimento degli interni e la preparazione della prima mostra, in attesa della riapertura, prevista, emergenza Covid-19 permettendo, per agosto.

Chipperfield-Berlino, un legame sempre più stretto

Il delicatissimo intervento berlinese conferma il talento dell’architetto britannico nel progetto all’interno di preziosi contesti storici, antichi ma anche contemporanei. L’incarico gli arriva nel 2012, a seguito di un concorso internazionale di progettazione bandito dalla Stiftung Preußischer Kulturbesitz. Per Chipperfield si tratta del consolidamento di un intenso legame con la capitale tedesca. Dall’inizio degli anni novanta l’architetto britannico è infatti operativo sulla delicata Museumsinsel, patrimonio Unesco dal 1999 e nuovo centro della Berlino unificata. Nel 2011 il suo intervento di restauro e ampliamento del Neues Museum, avviato nel 1993, vince il prestigioso Mies van der Rohe Prize. Nel 2018 viene invece completata la James-Simon-Galerie, nuovo volume annesso al museo che ne ospita anche il nuovo ingresso.

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