Con il completamento del parco e del centro sportivo urbano comprendente anche tre piste da sci previsti sul tetto,
Copenhill, il termovalorizzatore realizzato sull’isola di Amager a Copenaghen, aggiunge l’ultimo tassello a uno dei più importanti progetti ambientali completati nella
capitale danese: ideato da
BIG (responsabile del progetto architettonico) con lo studio
SLA Architects (che, basato tra Copenaghen, Aarhus e Oslo, si è occupato di progettare e allestire la copertura attrezzata) e ingegnerizzato da
Ramboll per conto della
committenza di Amager Resource Centre, è operativo da marzo 2017 nella trasformazione in energia dei rifiuti solidi urbani prodotti dalla città.
Innovazione e recupero verde
Copenhill è un’opera che riesce a creare un’architettura innovativa per un impianto di ultima generazione confermando, ancora una volta, il ruolo di avanguardia della capitale danese nella definizione di politiche urbane che sono specchio di strategie rivolte verso un futuro di sostenibilità, attenzione all’ambiente, lotta ai cambiamenti climatici e calmierazione dei loro effetti. Su tutte, il
CPH 2025 Climate Plan, un piano di lungo periodo che si prefigge l’obiettivo di rendere entro il 2025 la capitale danese la prima città zero carbon al mondo agendo su aree specifiche (consumo e produzione di energia, mobilità verde e sostenibile e modalità di amministrazione della città) e operando attraverso trasformazioni graduali spalmate su un ampio lasso di tempo, iniziative finanziarie sane, investimenti su sistemi di trasporto attenti all’ambiente, processi di crescita verde e un incremento generale del livello di qualità della vita.
Il progetto e l’impianto
Esito di un concorso internazionale di progettazione aggiudicato nel 2011, l’impianto nasce per sostituire il vecchio e antiquato inceneritore attivo da oltre 40 anni sull’isola di Amager, che, collocata tra la terraferma e la vicina Malmö, è una meta cittadina frequentata dagli amanti dello sport e della natura per le sue spiagge e le sue piscine naturali.
Oltre a essere una delle più importanti realizzazioni completate in ambito ambientale negli ultimi anni nella capitale danese, il termovalorizzatore è riuscito a diventarne un
nuovo landmark urbano grazie all’iconica architettura ideata dallo studio di
Bjarke Ingels, caratterizzata dal lucente
involucro traforato costituito da elementi rettangolari in acciaio inox che avvolgono in modo continuo il suo volume interno e dalla lunga e sinuosa
discesa fino a terra del suo tetto inclinato.
Il termovalorizzatore green
Progettato dagli ingegneri di
Ramboll, Copenhill è un
impianto waste-to-energy di ultima generazione fra i più avanzati al mondo,
ad alta efficienza e minime emissioni. Il processo di trasformazione dei rifiuti solidi urbani in energia si svolge attraverso la successione delle fasi gestite all’interno delle sue diverse aree: l’inceneritore (fornito da Babcock & Wilcox Vølund), la turbina che trasforma il vapore acqueo proveniente dall’incenerimento in energia elettrica (Siemens Danmark) e il delicato sistema di trattamento dei gas di scarico (LAB, France), che riesce a eliminare fino al 90% degli ossidi di azoto e fino al 99,5% dello zolfo.
Secondo i dati di Ramboll, il termovalorizzatore a regime è in grado di incenerire oltre 400.000 tonnellate di rifiuti all’anno, producendo una quantità di energia elettrica che potrebbe coprire il fabbisogno di 550.000 abitanti (e 140.000 abitazioni) in un impianto che raggiunge un’efficienza del 107% (una delle più alte al mondo). Copenhill
produce calore, che la città può utilizzare per scaldare l’acqua,
ed elettricità, che viene immessa nella rete, e riesce anche a
riciclare percentuali comprese tra il 15% e il 20% dei rifiuti inceneriti. I metalli recuperati dalle ceneri pesanti sono utilizzati nella realizzazione di manti stradali o nelle costruzioni, dove possono arrivare a sostituire materiali scarsamente o per nulla rinnovabili come sabbia e ghiaia mentre l’
acqua di condensazione del vapore contenuto nei gas viene utilizzata, riscaldata, come fluido vettore per la rete cittadina del teleriscaldamento.
La copertura
Ultima e forse più innovativa parte del progetto realizzata, la
copertura di Copenhill è costituita da una discesa continua di 16.000 mq di superficie lunga 600 m che, partendo da una cima alta 85 m, conduce a livello del terreno piegandosi due volte. SLA Architects la trasformano in uno sperimentale
parco urbano che sembra anche volere farsi veicolo di un forte messaggio affermando le performance di un impianto che, progettato per essere altamente efficiente, diventa anche talmente attento alla protezione delle persone e dell’ambiente da permettere lo svolgimento di attività all’aria aperta direttamente sotto la sua ciminiera.
Grazie a un progetto paesaggistico studiato a scala quasi reale, il parco riproduce una verosimile parte di montagna con il pendio, la terra, l’erba, le rocce, 130 alberi e piccoli arbusti fra cui è possibile praticare diversi
sport in tutte le stagioni:
hiking,
corsa in salita e passeggiate, ma anche
arrampicata all’aperto (sulla parete attrezzata realizzata su una porzione dell’involucro esterno in prossimità dell’attacco a terra del tetto) e
sci sulla pista artificiale che occupa gran parte della discesa. Questa realizza tre percorsi con differenti gradi di difficoltà serviti da due impianti di risalita utilizzabili tutto l’anno grazie al lavoro dell’azienda bergamasca Neveplast, che ha rielaborato i suoi pannelli in plastica creando ad hoc un manto sintetico in 5 diverse sfumature di verde su cui è possibile sciare senza neve.
Copenhill non si propone solo come un luogo in cui fare sport ma anche una meta per trascorrere il tempo libero nella
caffetteria di cui è dotato e sull’area panoramica che si apre sul mare.