Architettura

Finalmente allo studio in Italia una legge specifica sull’architettura nelle politiche pubbliche

Dopo decenni di tentativi senza esito, il progetto del Codice europeo e un Codice degli Appalti che mortifica la progettazione, è attualmente in Senato il disegno di legge 1112
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Finalmente allo studio in Italia una legge specifica sull’architettura nelle politiche pubbliche

La Francia ha appena approvato la sua “Nouvelle Stratégie Nationale pour l’Architecture 2025-2029”, promossa dal Ministero della Cultura per rafforzare il ruolo dell’architettura nelle politiche pubbliche. È impostata su sei azioni strategiche:

  1. rafforzare l’architettura nei territori locali;
  2. diffondere una nuova cultura architettonica;
  3. sostenere i professionisti del settore, anche attraverso la formazione;
  4. valorizzare il talento e la diversità;
  5. rafforzare la formazione e la ricerca;
  6. favorire l’innovazione e la sperimentazione.

Il piano prevede inoltre 30 misure operative e un regolare monitoraggio per garantire la realizzazione degli obiettivi entro il 2029.

E l’Italia? In Italia non esiste una legge specifica sull’architettura e la qualità delle trasformazioni urbane nelle politiche pubbliche, nonostante le molteplici richieste avanzate dal mondo degli architetti nel corso di molti decenni. A volte il dibattito si ferma, altre volte riprende vigore, senza mai ottenere risultati davvero concreti.

Le Linee Guida sulla qualità dell’Architettura e la Legge della Regione Campania

Guardando indietro di qualche anno, all’interno di un processo ben più lungo, risale al 2020 l’approvazione da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici della bozza di “Linee guida sulla qualità dell’architettura” elaborata dall’allora Mibact. Avrebbero dovuto essere, dopo avere recepito alcuni suggerimenti dello stesso Consiglio, la base per la predisposizione e l’approvazione di una legge mai promulgata.

Solo l’anno prima, il 2019, sembrava che la strada iniziasse a spianarsi. La Regione Campania approvava infatti quello che è tutt’oggi l’unico esempio concreto di strumento legislativo in questo ambito, la Legge per la promozione della qualità dell’Architettura. Viene elaborata con la collaborazione dei rappresentanti regionali degli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri, delle Università della Regione, della sezione campana di In/Arch e di Docomomo Italia.

Mette per la prima volta nero su bianco la promozione delle procedure concorsuali, il ruolo della partecipazione attiva, la predisposizione di dispositivi premiali incentivi a sostegno dei processi trasformativi, l’architettura contemporanea negli interventi sull’esistente, la conoscenza, la ricerca e la formazione. Istituisce anche l’Osservatorio regionale per la qualità della progettazione architettonica, affidandogli il compito di predisporre un elenco dei Comuni virtuosi. Crea infine le Case dell’architettura e del design: entro il 2026 il rinascimentale Palazzo Penne a Napoli dovrebbe diventarne il primo esempio.

Un po’ avanti e un po’ a ritroso

A livello nazionale, si è proceduto andando un po’ avanti e un po’ a ritroso. Nel 2023 diventa operativo il nuovo Codice degli Appalti, da più parti considerato un aiuto verso la sburocratizzazione ma mortificatorio verso la progettazione e la qualità del costruito. Si riducono infatti a due i precedenti tre livelli di progettazione (fattibilità tecnico-economica ed esecutivo), si reintroduce l’appalto integrato e si limita il ruolo del concorso di progettazione, impattando fortemente sulla forza della progettazione per un futuro di maggiore qualità.

Quasi contemporaneamente, la prima parte del 2024 vede a Roma un convegno promosso da In/Arch che, nella sede della presidenza del Senato della Repubblica Palazzo Giustiniani, ha riunito istituzioni ed esponenti politici a discutere attorno al “Codice Europeo della progettazione teso alla qualità degli ambienti di vita”. Il progetto nasce nell’ambito del festival “Seed Design Actions for the Future”, che nel 2023 è stato sostenuto dai fondi del Ministero della Cultura. È stato poi promosso in ambito internazionale da “Le Carré Bleu, feuille internationale d’architecture”, grazie al quale si sta continuando a raccogliere contributi e testimonianze provenienti da diversi Paesi. Il documento raccoglie, riassumendoli in sette punti, linee guida che riconoscono la progettazione come un’attività di interesse pubblico e una prestazione intellettuale, con significativi impatti ambientali e sociali.

Architettura nelle politiche pubbliche: il disegno di legge 1112

Sull’onda, nel 2024 è stato infine presentato al Senato l’ultimo atto di questo intricato processo, almeno guardando alla cronologia. Si tratta del disegno di legge 1112, “Disposizioni per la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura e altre disposizioni in materia di promozione della qualità architettonica e di disciplina della progettazione”.

Presentato ad aprile e assegnato alla 7° Commissione permanente a settembre, dovrebbe promuovere la qualità architettonica e regolamentare i processi di progettazione, delineando un approccio innovativo per la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura. Intreccia risanamento urbano e la tutela dei beni culturali e ambientali, la formazione professionale e le procedure concorsuali, passando anche per l’incentivazione economica e l’assistenza. E sarebbe davvero utile per il Paese che il suo iter non si fermi.

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