L’
ADI Design Museum è finalmente aperto a Milano, lungamente atteso e ritardato dall’arrivo dalla pandemia. È stato subito celebrato dalla critica, generalista e di settore, per avere restituito alla capitale italiana del design il giusto luogo per la celebrazione di una grande tradizione. Il museo non vuole però essere solo celebrativo, ma anche un centro generatore e divulgatore di progetti e cultura.
Il progetto
Il nuovo ADI Design Museum è un intervento di
rigenerazione e ricucitura urbana, che recupera un edificio del passato ex industriale di Milano. Trasforma l’ex centrale termoelettrica Enel di Porta Volta su
progetto architettonico di Giancarlo Perotta e Massimo C. Bodini.
I 5.135 mq del complesso, collocato in corrispodenza dell’incrocio tra via Ceresio e via Bramante, diventano una
doppia sede. Ospitano infatti l’
ADI Design Museum e la Collezione Storica del Compasso d’Oro. Dichiarata di eccezionale valore storico e culturale dal Ministero dei Beni Culturali nel 2004, nel Design Museum è allestita da Italo Lupi e Migliore+Servetto, vincitori del concorso bandito nel 2013.
I suoi spazi accolgono anche gli uffici dell’ADI e la sede della sua Fondazione, oltre a sale riunioni, una biblioteca, un’area dedicata alla ristorazione e una libreria specializzata. Trova posto al suo interno anche l’archivio storico ADI, che raccoglie il prezioso patrimonio di
oltre 60 anni di design italiano.
Un’architettura di ricucitura
Il progetto architettonico interviene su un complesso risalente al 1896 che, dismesso da oltre venti anni, si trovava in stato di avanzato degrado. Si compone di
quattro fabbricati adiacenti non coevi affacciati sulla nuova e interna piazza intitolata al Compasso d’Oro. Uno accoglie gli uffici, disponendoli su tre livelli di cui uno interrato. Gli altri tre ospitano dentro le loro grandi gallerie gli spazi espositivi organizzandoli su più livelli.
L’intervento architettonico
mantiene il carattere industriale dei fabbricati e ne valorizza l’imponente spazialità. Gioca sulle tonalità del
bianco utilizzandolo in modo neutro sui divisori verticali verticali e sulle parti metalliche: capriate, tiranti e pilastri. Le affianca per contrasto al
grigio antracite delle resine posate sulle pavimentazioni e dei serramenti, tutti nuovi, in alluminio. L’alluminio, naturale, riveste anche l’intradosso delle coperture a falde.
Fondamentale per la funzione museale è il
ruolo della luce, introdotta ampiamente dalle aperture sui muri perimetrali e dai lucernari a soffitto.
Il progetto
preserva all’interno anche alcune preesistenze, come l’impianto che testava la resistenza antifulmine delle cabine elettriche oggi divenuto parte dell’allestimento fisso.
Sugli
esterni procede con un
restauro conservativo di murature e intonaci, che si alternano sulle facciate, e del manto di copertura in tegole marsigliesi.
Un nuovo tassello in un’area strategica
Il nuovo museo aggiunge anche un importante tassello allo sviluppo di un settore urbano sempre più strategico di Milano, interessato negli anni passati dalla realizzazione di riusciti progetti. Non lontano sorge infatti la nuova sede della
Fondazione Feltrinelli, degli svizzeri premi Pritzker Jacques Herzog e Pierre De Meuron. Vicina è anche la
Fabbrica del Vapore, progetto di Ballardini Nana che ha recuperato l’area ex Carminati Toselli.
In un intorno più allargato troviamo la nuova area di
Porta Garibaldi. La
stazione rinnovata introduce direttamente al
Bosco Verticale di Stefano Boeri e il
parco Biblioteca degli Alberi di Inside Outside – Petra Blaisse.
Ricco è anche il suo patrimonio storico, che comprende il Cimitero Monumentale, gli ex Caselli Daziari, la sede della Triennale e il Castello Sforzesco.
Dentro la “città dei 15 minuti”
Il programma del nuovo museo, funzionale e culturale, prende forma accogliendo le istanze del progetto
strategico della ‘città dei 15 minuti’ portato avanti dall’amministrazione cittadina. L’accesso a un luogo che si vuole aperto e permeabile prevede infatti condizioni di favore per che risiede nella sua prossimità. L’obiettivo è l’inclusione dell’offerta culturale tra i servizi essenziali che il modello di sostenibilità portato avanti prevede raggiungibili a piedi in breve tempo.
Le mostre: 5 permanenti e 3 temporanee
Il nuovo museo del design apre con un’ampia selezione di mostre, tra permanenti e temporanee. E promette un ricco palinsesto.
Le mostre
permanenti, sempre visitabili, sono cinque. “
Il cucchiaio e la Città”, curata da Beppe Finessi, approfondisce la Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro raccontandone tutte le edizioni.
“
Compasso d’Oro. Misurare il mondo” è un’installazione permanente curata e progettata dallo Studio Origoni Steiner, Si trova all’esterno del museo di fronte all’ingresso principale.
“
Manifesto alla Carriera. Omaggio della grafica italiana ai Maestri del Compasso d’Oro” è curata da Luca Molinari e restituisce il patrimonio che ha creato oggetti e simboli di oggi.
“
Bìos – Sistema Design Italia” è una video installazione curata da Poli-Design che restituisce i partecipanti all’ADI Design Index (2011-2020) attraverso le candidature. Altra videoinstallazione è “
Il design entra nella storia”, realizzata da OffiCine(IED-Anteo) e firmata dall’Istituto Europeo di Design. È esposta nel foyer del Museo.
Tre sono infine le mostre temporanee di apertura: “Uno a uno”, “Renata Bonfanti” e “Giulio Castelli”.
Qui il sito dell’ADI Design Museum.