Architettura
Grattacielo Pirelli, 60 anni tra scelte ingegneristiche e restauro
Uno dei simboli più importanti di Milano. Il progetto del Grattacielo Pirelli fu dello studio di Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli e Giuseppe Valtolina ed Egidio Dell’Orto e la consulenza strutturale di Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso
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Il lancio della mostra “Storie del Grattacielo. I 60 anni del Pirellone tra cultura industriale e attività istituzionali di Regione Lombardia” anticipa un importante anniversario. Il Grattacielo Pirelli, edificio-simbolo del boom economico a Milano, oggi sede del Consiglio di Regione Lombardia, festeggia i suoi primi sei decenni di vita. Le celebrazioni prevedono una mostra in apertura la primavera prossima, curata da Fondazione Pirelli e Alessandro Colombo. Promossa da Regione Lombardia con Fondazione Pirelli e contributo di Pirelli e FNM Group, è anticipata dalla pubblicazione del catalogo edito da Marsilio.
Il Grattacielo viene inaugurato il 4 aprile 1960 in piazzale Duca d’Aosta, ben visibile dalla Stazione Centrale, eretto per ospitare gli uffici Pirelli. L’incarico viene affidato nel 1954 da Alberto e Piero Pirelli agli studi Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli e Giuseppe Valtolina ed Egidio Dell’Orto. La sua ardita struttura portante, realizzata in cemento armato, è frutto della visione e dei calcoli degli ingegneri Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso.
Il Grattacielo Pirelli è edificio-simbolo della Milano che cresce, nell’espansione urbana e nel suo tessuto economico. Nell’Italia del boom dà una forma architettonica, elegante e pura, al successo di un’azienda storica nata a Milano nel 1872 per produrre articoli in caucciù vulcanizzato.
Arte e tecnica nel Grattacielo Pirelli
Il grattacielo Pirelli si colloca strategicamente all’uscita dalla Stazione Centrale. Occupa un posto dentro il Centro Direzionale previsto dal Piano Regolatore del 1953 ma mai realizzato. Il suo volume, leggero ed elegante, si genera dall’estrusione di una pianta simmetrica che, più larga al centro, si restringe sui lati richiamando una forma diamantata. Il piano tipo si organizza distribuendosi lungo un corridoio centrale che si rastrema ai lati, accessibile dal gruppo di collegamenti verticali. Il Pirellone, impostato in un lotto trapezoidale, è una sottile lastra quasi bidimensionale con l’asse principale perpendicolare al fronte della stazione. Si imposta su un basamento in cui sono collocati l’auditorium e piani tecnici e cresce in altezza per 31 piani e 127 metri, garantendo un’altezza interpiano di 3,7 metri nei livelli centrali.La struttura
La semplicità formale è il risultato ultimo e unitario di una perfetta rispondenza tra architettura e struttura, ricercata da Ponti e Nervi. La torre è sorretta da una struttura portante in cemento armato, frutto del lavoro congiunto di Nervi e Danusso, fondatore del Laboratorio Prove Modelli e Costruzioni del Politecnico di Milano. Anomala è la scelta di lavorare con un materiale che viene preferito all’acciaio per un edificio alto e stretto: la lunghezza è pari a 75,5 metri per una larghezza di soli 20,5 metri. L’aderenza tra forma e struttura rende ben evidenti le parti portanti. La soluzione progettuale imposta un sistema formato da due grandi elementi rigidi posizionati alle estremità. Questi sono composti dall’accoppiamento di due grandi pilastri cavi a sezione triangolare contenenti due scale di servizio. All’interno dell’edificio lo schema strutturale realizza due imponenti setti verticali collocati in posizione centrale. Travi e pilastri a sezione variabile reggono i solai liberando completamente le piante dagli elementi portanti. La struttura portante si assottiglia salendo, occupando il minimo della superficie dei piani in corrispondenza delle parti di rappresentanza: gli uffici della presidenza e degli amministratori delegati.
