L’agricoltura biologica in Europa cresce, ma non abbastanza
In Europa cresce la superficie dedicata all’agricoltura biologica. Ma non abbastanza. Le strategie del Green Deal europeo fissano l’obiettivo di destinare almeno il 25% della superficie agricola dell’Unione europea all’agricoltura biologica entro il 2030. La quota di terreni agricoli dell’UE destinati all’agricoltura biologica è aumentata dal 5,9% nel 2012 al 10,8% nel 2023, a seguito della crescente domanda di prodotti biologici e del sostegno politico.
Non basta. L’analisi pubblicata dall’European Environment Agency (EEA) fa un po’ di chiarezza sull’argomento. Le stime dicono che il ritmo dovrebbe più che raddoppiare negli anni rimanenti fino al 2030 per raggiungere il target prefissato. Le conclusioni non lasciano spazio a dubbi ed interpretazioni: “Sebbene le attuali politiche mirino ad aumentare la quota di agricoltura biologica, queste da sole non saranno sufficienti a raggiungere l’obiettivo”.
Il tasso di crescita dell’agricoltura biologica in Europa
I dati presi in considerazione vanno dal 2012 al 2023. In questo arco di tempo, il tasso di crescita annuo di superficie agricola biologica è stato del 5,7%. Per raggiungere l’obiettivo del 25% entro il 2030, ci vorrebbe un tasso di crescita annuo composto più che raddoppiato, pari al 12,7%, per il periodo 2023-2030. Uno sforzo che richiederebbe la conversione di 3,26 milioni di ettari di terreno all’anno e di 22,8 milioni di ettari in totale dal 2023 al 2030.
Numerose le strategie messe in campo da Bruxelles per migliorare la situazione. A cominciare dalla “Vision for Agriculture and Food”, che conferma l’importanza di un sostegno continuo all’agricoltura biologica. La SAU destinata all’agricoltura biologica è infatti in costante aumento nell’UE dal 2012, grazie alla domanda di prodotti biologici. Si stima che nel 2023 coprisse 17,4 milioni di ettari, pari al 10,8% della SAU dell’UE.
L’exploit dell’Italia
Nel 2023 dieci Stati membri hanno registrato un calo annuo rispetto al 2022, il numero più elevato dal 2012. In generale, due anni fa il record apparteneva all’Austria con il 27% della superficie destinata ad agricoltura biologica. A seguire l’Estonia con il 22,8% e il Portogallo con il 22,5%. Bene l’Italia, che ha praticamente raddoppiato il biologico rispetto alla superficie agricola utilizzata (SAU), passando dal 9,3% del 2012 al 18,8% del 2023.
In fondo alla classifica, invece, male la Polonia, che ha diminuito la sua quota dal 4,5 al 4,3%. In terz’ultima posizione, a pari quota con i polacchi, c’è l’Irlanda con il 4,3%. Ma capace di un notevole balzo in avanti rispetto all’1,2% del 2012. A seguire la Bulgaria, con il 3% di biologico, partendo dallo 0,8% del ’12. Maglia nera per Malta: appena lo 0,8% di superficie da agricoltura biologica.
Gli strumenti strategici
Come cercare di aumentare la quota di agricoltura biologica? Tra gli impegni presi a livello comunitario, spicca il Piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, con l’obiettivo di accrescere la domanda e l’offerta di prodotti biologici.
In questo contesto, la Politica Agricola Comune (PAC) mira a fornire sostegno al comparto del biologico. Come indicato nel report “Organic Farming in the EU”, le nazioni UE hanno pianificato di aumentare la superficie destinata all’agricoltura biologica che riceve sostegno dalla PAC a circa il 10% della superficie agricola utilizzata totale nel 2027.
Un percorso irto di ostacoli, in ogni caso, visto che nel 2024, la Corte dei Conti ha segnalato evidenti lacune sia nelle politiche messe in campo dall’Unione Europea sia in quelle nazionali per il settore biologico.
Agricoltura biologica in Europa: i vantaggi
Eppure, i vantaggi dell’agricoltura biologica sono evidenti. Innanzitutto, è inclusiva: le aziende agricole completamente convertite al biologico attraggono gestori agricoli più giovani rispetto alle aziende tradizionali. I dati dicono che il 21% delle aziende agricole biologiche nel 2020 aveva un titolare di età inferiore ai 40 anni. Una percentuale che scendeva al 12% nelle fattorie convenzionali.
Le conclusioni non sono però ottimistiche. Secondo l’EEA vi è un’elevata certezza che l’obiettivo del 25% non sarà raggiunto entro il 2030. L’evoluzione della domanda di prodotti biologici è diventata più instabile dal 2022 e il sostegno politico da solo non può bastare. Per l’EEA “Sono necessarie misure più strategiche e mirate per sviluppare il settore biologico”. Quali? Innanzitutto, “accelerare lo sviluppo e l’attuazione di politiche chiare con livelli di ambizione più elevati per sostenere una trasformazione radicale della produzione e del consumo alimentare”.
