Testo Unico dell’Edilizia, equo compenso, direttiva case green e lauree abilitanti: le priorità degli Ingegneri
Non è più differibile una revisione completa del Testo Unico dell’Edilizia, per ottenere una legge maggiormente rispondente alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione correlate ad una nuova, moderna normativa urbanistica.
Il concetto è stato ribadito a gran voce dai professionisti tecnici a più riprese nel corso del Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, tenutosi ad Ancona lo scorso mese di ottobre. Un’urgenza, quella del CNI, “condivisa” anche in un recente incontro con l’onorevole Erica Mazzetti, Responsabile del dipartimento lavori pubblici di Forza Italia.
Un incontro costruttivo su diversi dossier di comune interesse, tra i quali proprio quello della riforma del Testo Unico dell’Edilizia. Tante le tematiche aperte, come l’emergenza abitativa, l’equo compenso e l’adeguamento energetico del patrimonio edilizio.
Revisione Testo Unico dell’Edilizia: la legge delega sul TUE
Partiamo dalle buone notizie. Il CNI ha appreso con soddisfazione, proprio nel corso dell’incontro con l’onorevole Mazzetti, dell’impegno del ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, nel percorrere la via della legge delega sul TUE. Con un testo largamente fedele ai principi già espressi dal progetto di legge già illustrato presso l’VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera sulle iniziative di riforma in materia edilizia e sulle politiche della casa.
Va ricordato che nello scorso aprile nella stessa commissione è stata presentata la proposta di legge sul Testo Unico dell’Edilizia, la cui relatrice è – appunto – Erica Mazzetti. A questo punto, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri auspica che “la legge delega veda la luce nel più breve tempo possibile”.
Salva Casa e Direttiva Green
Altra questione, l’emergenza abitativa. Secondo il CNI il cosiddetto “Salva Casa”, sebbene sia servito nel dirimere alcune questioni relative alle piccole difformità, non risolve il problema in maniera organica e definitiva. L’obiettivo è, quindi, varare “al più presto un Piano Casa”, al pari di quanto accade in altri Paesi europei. Anche al fine di “intercettare i fondi che l’UE mette a disposizione per risolvere il problema abitativo”. Una sfida che va di pari passo con il piano di risanamento energetico di gran parte del patrimonio residenziale.
Per rispondere alle richieste dalla Direttiva UE 2024/1275 (EPBD – Energy Performance of Building Directive), il CNI si impegna a contribuire alla creazione di un tavolo tecnico che verifichi la fattibilità di un piano per le ristrutturazioni profonde degli edifici. Un progetto che la “direttiva case green” prevede debba essere presentato alla Commissione entro il 31 dicembre 2025.
Lauree abilitanti e formazione
Numerose le priorità nell’agenda degli Ingegneri, raccolte nel documento programmatico presentato proprio al congresso nelle Marche. Tra queste:
- l’attuazione della legge n. 163/2021 in materia di lauree abilitanti. L’obiettivo è superare definitivamente l’attuale ormai obsoleto esame di abilitazione, a fronte di un percorso formativo più consono alle attuali esigenze del mondo del lavoro.
- La riforma della formazione continua. Un percorso che dovrà mirare a rendere l’aggiornamento professionale sempre più “aderente al progresso delle conoscenze e della scienza e adeguato alla realtà delle trasformazioni tecnologiche in atto”.
Gli ingegneri insistono anche sull’obbligatorietà dell’iscrizione all’albo per tutti coloro che svolgono la professione, anche in ambito pubblico. Un dovere che si porta con sé il conseguente obbligo di formazione continua, il rispetto del Codice deontologico di categoria e l’obbligo di assicurazione professionale.
L’equo compenso dopo la revisione del Testo Unico dell’Edilizia
Fari puntati anche sull’equo compenso. Per il CNI è fondamentale l’emanazione del decreto di aggiornamento e revisione del “Decreto parametri”, ai fini della determinazione dei corrispettivi posti a base di gara, che ancora oggi seguono il metodo provvisorio inserito nel Codice dei Contratti. È inoltre indispensabile che il principio dell’equo compenso venga “esteso a tutte le categorie di committenti, incluse le consulenze tecniche in ambito giudiziario”.
Bisogna salvaguardare quei committenti che, nel rapporto con il professionista, si trovano in posizione subalterna, esattamente come i professionisti si trovano nei confronti dei grandi committenti. Infine, “occorre vigilare per contrastare la prassi di convenzioni nell’ambito delle perizie, basate su compensi irrisori, per garantire qualità, responsabilità e dignità della nostra professione”.

